Nessuna causa (la giustizia, la legalità, la verità, la dignità, il rispetto, il lavoro, la solidarietà, la pace, l’uguaglianza, la libertà, la vita…) è persa finché ci sarà un solo uomo a combattere per essa.

Non intendo soffermarmi sui problemi che affliggono le città e l’intero territorio del nostro Belpaese (corruzione, tangenti, convivenza con le varie mafie, scambi di voti, malaffare, disinteresse disordine edilizio, pessimo stato di salute del mare, scarsa pulizia delle strade, inquinamento dei terreni, disoccupazione, pensioni d’oro, privilegi a varie caste, ecc.).

Desidero fare alcune considerazioni, traendo spunto dai tanti convegni sulla legalità, organizzati, dai numerosi incontri che alcuni magistrati di fama nazionale tengono sullo stesso tema, dai tanti “comizi” e iniziative consimili.

Sono convinto e certo che la legalità e il rispetto per la giustizia non può essere demandata esclusivamente alle istituzioni.

È illusorio infatti pensare che le forze dell’ordine, la magistratura e alcuni “uomini chiamati comunemente di strada” possano garantire da sole il rispetto delle regole e delle istituzioni.

Ogni cittadino deve sentire il territorio come “proprio” ed esercitare un’azione di controllo, non esitando a presentare denuncia, laddove eventuali violazioni ledano i suoi diritti fondamentali come il diritto alla dignità della persona, il diritto alla salute, il diritto a vivere in un ambiente civile e democratico.

La denuncia in questo caso non significa accusa ma prova di maturità civile e partecipazione consapevole alla vita della comunità.

Lungi da me sminuire l’importanza e la portata di simili manifestazioni: un convegno o i vari percorsi fatti da diverse istituzioni scolastiche o associazioni sulla legalità hanno ragione d’essere sempre, soprattutto, nel nostro Paese, dove l’illegalità è molto diffusa e il rispetto delle regole è spesso e volentieri violato.

Le varie manifestazioni o incontri non possono esaurire il loro nobile compito nelle solite enunciazioni di diritto, di buoni propositi o servire solo a fare pubblicità all’Amministrazioni di turno.

La legalità deve essere un valore fondante e permanente, la stella polare di ogni Amministrazione comunale, provinciale, regionale, statale, in quanto essa va al di là dei proponimenti e delle belle parole ma implica battersi sul territorio, per il rispetto della legge e della democrazia.

La legalità, sebbene sia un valore astratto, diviene un valore concreto qualora porti a pretendere, ad esempio, che i politici amministrino con onestà e trasparenza la cosa pubblica, che i cittadini osservino le leggi, che i motociclisti indossino il casco, che il suolo pubblico non diventi oggetto di occupazioni selvagge e le periferie, depositi permanenti di rifiuti.

La legalità è inoltre rispetto della sacralità della vita, senza distinzione di sesso, età e appartenenza ideologica; poiché il rispetto, nella sua forma più alta, significa accettazione, riconoscimento della diversità come fonte di ricchezza e di crescita culturale e civile, per tutti.

Il principio di legalità va a braccetto, e non potrebbe essere altrimenti, con quello di democrazia.

I “buoni maestri” insegnano che non bastano buone regole per fare democrazia ma occorrono anche uomini buoni. Le regole nulla possono se gli uomini che le devono applicare sono corrotti o si corrompono; uomini “buoni” rendono migliorabili leggi mediocri, uomini “mali” riescono a corrompere persino leggi buone.

La democrazia è discussione, ragionare insieme e, per ricorrere ad una espressione socratica è filologia, non misologia, promuove il dialogo ed il confronto delle idee, alla sopraffazione preferisce, l’ ascolto, il consiglio, l’ ammonimento, l’ incitamento.

Sono corruttori delle coscienze quelli che trattano i fatti come opinioni, in cui la verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto, su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male, secondo la cultura oggi imperante del tutto è relativo.

I luoghi di potere sono per l’appunto quelli in cui questo tradimento si consuma più che altrove e la politica ne è il veicolo.

La parola politica deriva da polis e politèia, due concetti che indicano il vivere insieme, attività dedicata alla convivenza.

La politica in democrazia presuppone la disponibilità a mettere in comune qualcosa di sé: tempo, capacità, risorse materiali e culturali. L’obiettivo della politica è risolvere i problemi dei cittadini, è una rinuncia a sé stessi (sempre faticoso da sopportare), la preferenza all’interesse pubblico più che al proprio, contro gli interessi forti e occulti, corporativi che soffocano l’interesse generale.

La democrazia e la legalità devono corrispondere alla dimensione dell’ uomo e della sua dignità.

Il fine sta nella realizzazione dei principi della legalità e della democrazia, fine che si concretizzano quando al centro c’è la consapevolezza di governare per il bene comune. Si parte dall’uomo e dalla sua complessa natura per espressività, particolarità e unicità, fattori che come mattoni costruiscono la comunità che:

Gli Uomini veri devono sempre costruire:

ponti di giustizia e verità, dove aleggiano falsità e ipocrisia;

ponti di speranza, dove esistono sacche di solitudine;

ponti di fiducia, dove domina la disperazione;

ponti di umanità, dove regna l’egoismo e l’indifferenza;

ponti di vita, dove affonda la cultura della morte.

Noi continueremo a non aver paura di niente e di nessuno per amore della verità, della legalità, della giustizia, della dignità dell’uomo e di quanti continuano a bussare alla porta della speranza.