Don Geremia Acri, apprezzato sacerdote, uomo e credente, direttore della Casa di Accoglienza “Santa Maria Goretti”, nonché firma di Odysseo, in occasione delle prossime elezioni comunali della città di Andria, ci chiede di pubblicare in anteprima una sua lettera aperta, indirizzata ai candidati sindaco e ai candidati al Consiglio comunale.
Accogliamo con piena consapevolezza la sua richiesta, certi che le sue parole vadano ben oltre il recinto di una comunità locale e possano piuttosto essere rivolte a quanti, a qualsiasi titolo, in tutta Italia, chiederanno la fiducia degli elettori.
La Redazione
“Il grido dei poveri squarcia le nubi del cielo
e giunge fino a Dio”.
Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa “brutta”! No: l’impegno politico è un impegno di umantià e di santità: è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera e di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità
(Giorgio La Pira)
Carissimi,
nell’imminenza del voto amministrativo che interesserà la nostra Città, come cittadino prima e poi come Sacerdote, impegnato con tanti volontari e collaboratori nella condivisione di quelle che sono “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” (Gaudium et Spes), desidero rivolgermi a Voi, ringraziandoVi anzitutto per il coraggio con cui intendete prendere in mano la nostra Città per darle un volto umano e renderla casa abitabile e abituale e accogliente per tutti.
Diversi sono i pensieri che vorrei rivolgerVi a partire da quella che è la mia personale esperienza, che mi porta ogni giorno ad entrare nei tessuti umani molte volte segnati da ferite sanguinanti di povertà, mancanza di dignità, precarietà psicologica, assenza di speranza e di prospettive future. Ogni giorno incontro volti sfigurati dalla disperazione … E. se per poco o per caso con loro si parla di politica, avverti la rabbia scaturita da un atteggiamento di “paccoterapia”, accompagnato da “promesse da marinaio”, che caratterizza la maggior parte della modalità di approccio di molti politici.
Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa “brutta”!
È quanto affermava il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira, nel 1945, a due mesi dalla fine della guerra, indicando nello scritto: “La nostra vocazione sociale” i principi per la costruzione dello stato democratico. Quanto vorrei che, attraverso il Vostro modo di fare politica che, ricordo, è amore e passione per la Città, la gente riponesse negli archivi del passato questa convinzione che risponde, purtroppo sempre più, a verità.
L’impegno politico è un impegno di umanità e di santità
Giorgio La Pira ne era convinto. La politica è un impegno di umanità, non può prescindere dalla conoscenza empatica dei volti dell’uomo e di ogni uomo, perché dietro ogni volto c’è una storia, una dignità che mai deve essere raggirata … L’uomo concreto al centro di ogni azione politica è ciò che rende nobile l’arte del fare politica e nobilita l’anima del politico. La politica è un impegno di santità: parola grossa questa e percorso molto lungo. Ma il santo è l’uomo che avvalora la sua esistenza inseguendo valori alti ed altri, rispetto al modus vivendi della cultura contemporanea. Quanto più si è umani tanto più si è santi.
È un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera e meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità.
Quali posso essere i pilastri su cui costruire l’architrave di una sana politica? È sempre Giorgio La Pira a suggerirli: riportare ad unità gli sforzi personali di:
– Preghiera e meditazione
Pregare e meditare, prima di essere atteggiamenti cristiani, sono contesti personalissimi di approccio al mondo della realtà. Prima di affrontare questioni per il bene comune il politico deve meditare, anteponendo ai propri interessi i bisogni reali della gente: È questione di priorità e di scala di valori. La meditazione permette all’uomo di liberarsi dalla smania di onnipotenza, di prendere coscienza della povertà dei suoi mezzi e solo facendo riferimento a tale povertà decidere il meglio per la gente.
– Prudenza e fortezza
La prudenza è quella virtù o atteggiamento di maturità che dà la possibilità di affrontare le problematiche dell’uomo evitando promesse che realmente non si possono realizzare. La promessa è una forma di nuova schiavitù, perché si lega a sé per tempo o per sempre la persona che ciecamente si fida della parola data. E quando la parola data cade nel vuoto a cadere è l’uomo! La fortezza poi è l’anima della coerenza per la quale nessuno è disposto a svendere la propria dignità o barattarla in loschi ragionamenti o atteggiamenti solo perché si vuole restare ancora a galla.
– Giustizia sociale e carità
Molte volte, nelle vostre scelte, la vostra coscienza vi porrà dinnanzi ad un preciso interrogativo: cosa è giusto o lecito fare? La misura della giustizia sociale deve, obbligatoriamente, rappresentare una grandezza direttamente proporzionale alla realizzazione del bene generale: pertanto al crescere della prima crescerà necessariamente la seconda. Se, invece, si penserà di realizzare, solo ed esclusivamente, il bene personale o quello di pochi intimi automaticamente la voragine sociale si espanderà catturando al suo interno altre vite innocenti e soprattutto inconsapevoli. Pochi “eletti” vivono nell’agio mentre gran parte della popolazione è precipitata nel tunnel senza uscita della povertà. Una povertà generata anche grazie all’azione distruttiva di una crisi economica, che come una furia violenta ha investito diversi settori: edilizia; agricoltura; studi professionali…
La situazione appena descritta, fotografata grazie all’importante ruolo svolto dal Centro di Ascolto della Casa di Accoglienza “Santa Maria Goretti”, ha condotto, da un lato, tanti padri di famiglia a sentirsi incapaci di assicurare ai propri cari i beni essenziali e, dall’altro, tanti giovani a emigrare nel migliore dei casi o peggio ad arrendersi.
Quale la strada da percorrere?
Ripartire essenzialmente dal concetto di pragmatismo e di identità: tornare ad inculcare nei giovani lo spirito del sacrificio e auspicare ed incentivare un reale ritorno alle origini. Si pensi, per esempio, all’agricoltura vera e peculiare ricchezza della nostra bellissima e disgraziata terra.
La politica è la forma più alta della carità (Paolo VI), se per carità intendiamo capacità e volontà di relazionarsi all’altro non come mercenario, ma come pastore che dà la vita.
Vi auguriamo, carissimi candidati a Sindaco di Andria e Candidati Consiglieri, di vivere così il vostro impegno politico, perché grazie a questo nuovo modo di fare politica la gente non possa più dire che la politica è una cosa “brutta”!
Lo auguriamo all’intera Classe Dirigente, a quelli che vivono e vivranno la responsabilità di sentirla come un servizio da offrire alla comunità e al bene di tutti, auguriamo, soprattutto, a quelli che hanno utilizzato, e speriamo che non utilizzeranno più, i fondi pubblici che avevano e avranno in custodia, per interessi di parte, senza capire che hanno sottratto pane, speranza e soprattutto sogni a chi gli aveva dato fiducia.
Auguri di buon servizio.
Don Geremia Acri, unitamente ai Collaboratori e Volontari
Caro don Geremia, ti rivolgi “a tutti indistintamente”, mentre i cittadini hanno bisogno di guide che si “sporchino” davvero, prendendo posizioni precise, a favore o contro qualcuno, con nomi e cognomi. Le “prediche” servono solo a confondere le idee
Carissimo Giuseppe credo di aver abbastanza coraggio, non ho paura di niente e nessuno, in genere è mio stile andare fino in fondo e non fare le prediche.
Tu sei un cittadino? Perché mi fai la predica? Sporchiamoci le mani vorresti dire?
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Don Geremia, la cosa più seria che posso fare per spiegare bene con quale intenzione ho commentato il tuo articolo è quello di farmi vivo da te appena vengo ad Andria e vedere se posso aiutarti in concreto anch’io e sporcarmi le mani seriamente. In seconda battuta posso aggiungere che lo so benissimo che non è il coraggio che ti manca. Terzo: volevo sottolineare in modo forte che ad Andria, con 5 candidati sindaci e più di 400 candidati consiglieri (di cui più di 350 in solo due schieramenti), è evidente che c’è del marcio ed è chiaro anche dove si annida di più. Tutto qui. Ciao, e scusami la “predica”.
E’ da ammirare il suo coraggio! Ma dove sono gli altri preti? Dov’è il Vescovo?
Noi cittadini abbiamo bisogno anche della Vostra voce, del Vostro sostegno e di linee guida.