De Gregori ha scritto “la storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso”. Ci credo fortemente perché abbiamo il potere di agire ogni cosa e per questo ne abbiamo il dovere. Nino Di Matteo è uno dei PM del pool di Palermo che sta affrontando quel processo che tutti conosciamo sotto il nome di “trattativa StatoMafia”. Nino Di Matteo è sotto scorta per le ripetute minacce di morte ricevute. Il 12 Novembre “Repubblica” pubblica questo articolo: http://www.repubblica.it/cronaca/2014/11/12/news/il_tritolo_per_di_matteo_gi_a_palermo-100336693/?ref=HREC1-2 e il titolo – “Il tritolo per Di Matteo è già a Palermo” – ha fatto vibrare tutti. Ancora una volta tornano alla memoria le stragi del 1992. L’Italia oggi si mobilita perché Di Matteo non si senta solo. Uno slogan che urliamo da tempo è “siamo tutti Nino Di Matteo”. Il Movimento delle Agende Rosse con Salvatore Borsellino e i ragazzi di Scorta Civica ci sono. Io sono referente per il gruppo delle Agende Rosse Raffaella Lupoli di Andria, ho pensato di usare le parole perché credo che le parole hanno un potere capace di far vibrare le anime; le parole possono agire il cambiamento in chi le formula e in chi le legge. Scrivo perché non voglio celebrare un’altra giornata alla memoria; scrivo perché non voglio celebrare un altro eroe morto; scrivo perché se oggi dovesse accadere ciò che è già accaduto a Giovanni, Paolo, gli uomini delle loro scorte e tanti, troppi altri, mi sentirò corresponsabile e complice di un delitto. Se c’è un’azione in grado di guarire e portare il cambiamento profondo questa credo sia l’Arte. Ho chiesto agli artisti che stimo di aiutarmi, di scrivere il loro pensiero contro la mafia, a favore della legalità e sono certa che la loro voce darà più forza e arriverà lontano. Li ringrazio tutti, uno ad uno, per la sensibilità e la disponibilità dimostratami. Credo nel noi. Queste parole sono mie, tue, nostre. ALBERTO PIZZO pianista e compositore “Lasciar correre… Trascurare i sintomi di qualsiasi fastidioso problema rende quest’ultimo più forte, più persistente e gli concede spazi e libertà di agire che talvolta diventano talmente ampi ed invadenti da non essere neppure più padroni di noi stessi, potremmo chiamarla “Mafia o Cancro”. Se solo ognuno di noi prendesse coscienza del grande potenziale che possiede per realizzare un mondo positivo e migliore partendo appunto dal “se”, dal “singolo” capace e responsabile del cambiamento del mondo allora di questa “Mafia” resterebbe solo un lontano triste ricordo”. UN UOMO SUL CAMPO poliziotto “I migliori alleati della mafia sono l’indifferenza, la paura di apparire, la consapevolezza che ormai Loro (i mafiosi) sono più forti, l’arroganza di pensare di essere dalla parte dei forti, l’assenza di persone che condividono l’obbiettivo di porre un argine al potere della mafia. La mafia ama le persone sfiduciate, quelle che dicono ” è tutto inutile, loro sono più forti”. Ma i mafiosi devono sapere che noi li “schifiamo” perché siamo Noi dalla parte giusta”. FRANCESCO MESSINA giudice presso il Tribunale di Trani “Prima ancora che “fare” antimafia è importante “essere” antimafia. Significa vivere ogni attimo della propria esistenza come una manifestazione di principi e di valori costantemente orientati verso il bene comune. Significa compiere ogni sforzo per rappresentare agli altri che è possibile un percorso “altro” rispetto a quello superficiale, furbesco e conveniente che un sistema di comportamenti sociali, a diversi livelli, cerca d’imporre e di rendere inattaccabile. Significa, in fin dei conti, ri-trovare la necessità d’interrogare la propria coscienza con la stessa tenacia con la quale si è abituati a pretendere dagli altri. E allora si tratta di aver il coraggio di mettere il centro della vita fuori degli interessi particolari. E così condividere l’impegno per un destino comune e autenticamente democratico”. LINO GUANCIALE attore “Il primo grado di complicità è il silenzio, e nulla aiuta le mafie quanto l’indifferenza. Bisogna unire le voci in un compatto, potentissimo No!” EMILIO NIGRO critico teatrale e poeta “Le mafie si nutrono di silenzio. Facciamo voce.” ANDREA PORCHEDDU critico teatrale e scrittore “La mafia è l’Italia. È questo paese sfatto, corrotto, violento, aggressivo, abbandonato. L’Italia è la mafia: è la corruzione, l’eterno fascismo, la sopraffazione come regola, il disprezzo della legge, il sopruso, lo sfruttamento. Mafia, camorra, ndrangheta sono nella vita di ogni giorno, sono la sconfitta di ogni giorno. Sconfitta politica, culturale, sociale, umana. Non è mai esistita una “mafia buona”, non c’è un codice d’onore, non c’è un passato mitico. Solo ignoranza, morte, violenza. La mafia non è un film di Hollywood, è la miseria della viltà che si fa potere”. TONY ALLOTTA attore “Che lo Stato dimostri la sua distanza dalla Mafia tutelando, difendendo, e sostenendo chi lotta contro le cosche a tutti i livelli, giuridicamente, con la propria onestà, e con l’andare contro a volto scoperto. Gli eroi morti sono la prova della collusione tra Stato e Mafia. Non vogliamo celebrazioni in cui ci si fa belli di fronte ai media ma posizioni e atti reali in cui ci si assuma una vera responsabilità nell’incolumità di chi lotta per un mondo pulito dalla corruzione”. STAG band “Noi siamo dalla parte di chi vuole vederci chiaro, di chi è stanco di dover convivere e sottostare a collusioni e complicità. Forza giudice Di Matteo, tu dall’aula di tribunale noi dalla quotidianità”. PAOLA SCOPPETTUOLO coreografa “Da coreografa penso alla mafia come ad una danza “ impedita “ in cui mani e piedi sono legati, occhi bendati e bocca chiusa da un bavaglio ma capace, purtroppo, di occupare tanto spazio. Penso ad una danza scandita dai ritmi inesorabili della prepotenza, una danza rigida e senza pensiero, una danza cui tristemente assiste troppo pubblico”. GABRIELE PAOLOCA’ attore e regista “Il mio è un appello affinché la mafia resti nelle cose piccole, in quelle di ogni giorno. Oramai a quelle sono abituato, mi fanno sentire a casa : la mia casa senza finestre, senza uscita ma dove le cose hanno un loro ordine. Il mio è un appello affinchè la parola mafia non torni in voga, non riempia di nuovo le nostre bocche vuote col fragore del suo eco. Non lo sopporterei, morirei all’istante”. MARCO BONINI attore “Soltanto quando lo stato imparerà ad occuparsi dei cittadini con la stesso accanimento e determinazione con cui se ne occupa la Mafia, la legalità potrà vincere sulla criminalità. E’ una lotta che si combatte con la cultura e l’efficienza, non con la polizia! ” GIANPIERO BORGIA regista “Dove inizia la mafia? ogni giorno partecipiamo a mille piccoli compromessi con la realtà: in favore delle nostre cattive abitudini, del contesto socioculturale che viviamo, dei nostri amici, dei nostri parenti, nostro, della nostra pigrizia o della nostra ambizione, a volte in favore dei nostri diritti che se non ci compromettessimo con la realtà resterebbero teorici e quindi sarebbero sogni e non più diritti. Tanti piccoli compromessi quotidiani, tutti leciti e legali, a volte anche eticamente difendibili. In questa diffusa pratica quotidiana che si chiama Italia, dove inizia la mafia? È difficile trovare il punto esatto, direi che inizia un centimetro dopo il confine tra il merito e la convenienza”. PAOLO MAZZARELLI attore, autore, regista “Se non combatti contro la mafia, sarà lei a combattere contro di te. Scegli la battaglia giusta”. IGNAZIO OLIVA attore “Nella mafia cresce qualche cosa che alla luce del Sole, muore!” ALESSIO VASSALLO attore “Prendo in prestito l’affermazione di Saviano “sono guappi di cartone” La presenza di Di Matteo nel territorio è importantissima, spero possa proseguire con il suo lavoro. Mi rattrista pensare che nel 2014 ancora si parla di tritolo… e che tutto ciò venga associato alla mia citta: Palermo. Ma ha ragione Saviano sono guappi di cartone.” MICHELE SINISI attore e regista “Dov’è la Mafia? Ogni giorno abbiamo davanti il bivio della scelta: interesse personale o bene comune. Da qui credo si radichi la speranza per le prossime generazioni, dall’esempio, che educa nel solco di quella scelta continua. Di Matteo è il mio esempio.” IPPOLITO CHIARELLO attore “La mafia è prima di tutto una brutta parola. La mafia è la dimostrazione che lo Stato ha perso. Ha vinto un altro Stato. A volte i due “stati” si confondono e in quel momento tutto è perduto. L’errore è non accorgersi di questo. Si diventa mafiosi se si lascia che tutto questo accada. L’atteggiamento mafioso è in agguato ogni momento della nostra esistenza nella società civile. Per vincere la mafia è sufficiente dire la verità e avere il coraggio di essere onesti a partire dalle piccole cose.” FABRIZIO BOSSO trombettista jazz “Diciamo tutti con forza ‘no’ alle minacce mafiose. Insieme siamo più forti contro la mafia” ALESSANDRO DI BATTISTA cittadino alla Camera dei Deputati e vicepresidente della Commissione Affari Esteri “La mafia è la paura di non sentirsi all’altezza di prendere in mano la propria vita. L’anti mafia significa sentirsi protagonista. Significa sentirsi capace di incidere nella nostra società”. LIVIO BESHIR attore e conduttore tv “La mafia non uccide soltanto le istituzioni. La mafia uccide soprattutto il valore fondamentale di ogni essere umano, quello della propria e altrui libertà” FABRIZIO NEVOLA attore “La Mafia si annida lì dove c’è abbandono e ignoranza, per vincerla cominciamo a non negare più un abbraccio, ne far più impolverare libri!” FABIO GOMIERO attore “La mafia siamo noi.” Lo so è provocatorio. Ci ho pensato molto e tutto quello che mi veniva in mente suonava retorico e stantio. Credo sia il momento di operare un cambiamento storico. In noi. Quelli che consideriamo “i buoni”. Cambiamento che deve portare a levare potere a quelle realtà che ci spaventano e ci tengono sotto scacco”. SANDRO LOMBARDI attore “Ciò che più mi angoscia è constatare come una sorta di atteggiamento, comportamento, pensiero ‘mafioso’ stia insinuandosi in tutti i livelli della vita civile e associata in Italia.” FRANCESCO BROLLO regista “Mafia Mente: Cercando, trovo che, ancor oggi, in Sicilia, l’aggettivo qualificativo “mafiusu” indica non soltanto l’appartenenza ad una “cosca” malavitosa, ma indica anche l’avvenenza di una persona, o la vistosità di un oggetto, per cui una bella ragazza è “na picciotta mafiusa”, un vestito elegante o un’auto prestigiosa sono “un vistitu mafiusu” , “na màchina mafiusa”. La mafia è prima di tutto un modello mentale, cresciuto nella società materialista e ne siamo tutti partecipi. In ogni dove, il tuo gesto, ora, può: agire mafiusu, oppure creare. Ma non tutti possono scegliere e le forze interessate a mantenere le “cose come stanno”, sono feroci. Un filosofo apolide, scriveva: «C’è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente.»” LUCA DE GENNARO Dj e giornalista “Mafia significa regole. Regole della società mafiosa alle quali attenersi, regole della società civile da sovvertire. Potere che si esercita imponendo le proprie regole con il sopruso e la violenza. Condanne a morte per chi non le rispetta, come nell’antica Roma. La regola di non dire, quella di non far domande, quella di eseguire gli ordini, quella di sradicare il problema uccidendo, quella di uccidere per dimostrare il potere. Per far vedere chi comanda. Il terrore delle regole. Le regole del terrore. Si può combattere la Mafia accendendo la luce, illuminando l’oscurità dentro la quale la Mafia agisce come un pipistrello che vive, si muove e si nutre nel buio. Noi che facciamo spettacolo puntiamo i fari, accendiamo le telecamere, facciamo vibrare gli strumenti e facciamo sentire le voci. Accendiamo la luce per spegnere la paura e il silenzio, illuminiamo i palcoscenici per sconfiggere la morte e le ombre”. EDOARDO LEO regista e attore “Non voglio vedere tra poco una piazza o una via o un aeroporto intestato a Di Matteo. Sostenerlo ora e non piangerlo poi” MIRKO SIGNORILE pianista jazz “Mi piace immaginare che un modo per guarire dal potere mafioso ma anche un modo per cambiare il diffuso “atteggiamento” mafioso sia proprio alimentare il bello, accrescerne la consapevolezza e la necessità. Attenzione che non voglio parlare di cultura, ma, ripeto, di bellezza. Quella si! Anche dell’arte, ma soprattutto dei piccoli gesti e, aggiungo, della piena spiritualità. Sono persuaso dell’idea che tutto ciò elevi il nostro livello di esistenza distaccandoci da quel piccolo profilo che chiamiamo mafia.“ RICCARDO FESTA attore, conduttore televisivo e radiofonico “Spesso ci si domanda cosa si può fare, cosa ciascuno di noi può fare contro la mafia ed è un sentimento di impotenza ed inadeguatezza ad assalirci, è vero le grandi battaglie le combatte chi sta in prima linea, ma noi, ciascuno di noi, può combattere l’atteggiamento mafioso, che esiste, è infido, lo possiamo incontrare ogni giorno, nell’accettare un compromesso, nel tacere di fonte ad un’ingiustizia anche se piccola, nel non prendere posizione, nel retrocedere di fronte alle responsabilità. Mai smettere di essere comunità. Mai pensare che tanto non ha importanza. Tutto importa. Sono le nostre piccole battaglie quotidiane a dare un senso alla battaglia più grande che uomini come Di Matteo stanno combattendo.” ROBERTO LATINI attore, regista, autore “La mafia siamo noi, ma non lo siamo. (Se lo fossimo, saremmo noi nella desolazione della rinuncia, la denuncia delle convenienze, la delega del foglio senza firma, l’eco della storia pavida e la paura che baratta il diritto con un prestito. Sarebbe una periferia dell’ignoranza, forse proprio la sua aspirazione).” CORRADO FORTUNA attore e scrittore In viaggio per presentare “Un giorno sarai un posto bellissimo” è il suo libro, meraviglioso. “Essere ragazzi a Palermo: la contraddizione di trovarti con Giovanni Falcone che ti fa gli auguri di compleanno e il figlio di un noto boss mafioso che è tuo amico perché essere amici, alle scuole elementari, è normale, e bello. Anni dopo, con alle spalle l’Italia degli anni Novanta, i suoi riti e le sue stragi, come quella di Capaci – rimasta impressa nella memoria di un ragazzo ora divenuto adulto – un vassoio d’argento che appartiene a quel periodo potrebbe rappresentare un’altra prova, vera e concreta, dei rapporti fra la mafia e i vertici politici dello Stato. Un romanzo virato al nero, un giallo che cerca di comprendere e far convivere la Storia di un Paese e della Sicilia in particolare con la storia delle persone che la compongono.” MATIAS ENDREK attore “Difficile è afferrare il significato reale di ciò che per cultura non mi è stato trasmesso. Sono parole che sanno troppo di sangue e merda. Mi si impastano in bocca. Parole che annientano i sogni di dignità di una cultura che aspira ad autodefinirsi tale. Mafia è morte.” ALESSANDRO INTINI attore “Non trovo parole migliori che quelle di Giovanni Falcone << La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.>>” MARIANITA CARFORA attrice “Il punto di svolta. Il momento in cui tutto è possibile. Continuare a cadere o rinascere. Siamo noi a deciderlo a scrivere la nostra storia, agendo per l’interesse comune, sentendosi valorizzati per il senso di partecipazione che lega l’individuo alla comunità. È questo il vero successo.” ANDREA BOSCA attore “Cosa possiamo fare? Hanno le bombe. Ma hanno anche paura. C’è chi lavora perché perdano forze, contatti, prestigio. La scorta di chi lotta contro la mafia sono gli italiani. Tutti. ” VITTORIO CONTINELLI attore “La prima battaglia da condurre contro le mafie è quella contro noi stessi, contro le nostre omissioni, contro i silenzi che a volte ci rendono complici di un abominio.” ANGELO LONGONI regista “La mafia siamo noi. Tutti. Nessuno escluso. Ogni volta che accettiamo un compromesso, una raccomandazione o un favore che non meritiamo. Quando rubiamo il posto a uno migliore di noi. Quando paghiamo una mazzetta o ci facciamo corrompere. La mafia è nelle abitudini sbagliate che diventano normalità. Noi in ogni angolo dell’Italia siamo la mafia. MICHELE RIONDINO attore Lottare contro le mafie e per il diritto della nostra libertà significa non accontentarsi delle rassicurazioni di governo e istituzioni, significa essere scettici di fronte alle verità impacchettate e infiocchettate a dovere da certi insabbiatori di palazzo, significa indignarsi davanti ai silenzi e ai “non ricordo”, ai “non sono tenuto a rispondere a questa domanda” e ai “sarebbe un affronto alla credibilità dello Stato se un presidente della repubblica testimoniasse ad un processo di mafia”. Significa correre il rischio di essere patetici nel riaffermare ogni volta che si è diversi dalle generazioni che ci hanno preceduto, significa correre il rischio di essere calpesti e derisi perché non ci aspettiamo più del dovuto, perché restituiremmo al legittimo proprietario il frutto illecito di una sottrazione forzata o di una semplice e distratta dimenticanza, significa non sentirsi alieni nel denunciare prepotenze e minacce, significa pagare il giusto e pretendere ciò che ci spetta di diritto. significa non abbassare mai la guardia, educare i nostri figli meglio di come e quanto siamo stati educati noi stessi, significa prepararsi ogni giorno al futuro che sarà senza dimenticare che le scelte di oggi determinano le politiche di domani. Io non mi arrendo FABRIZIA SACCHI attrice“sono con voi!”VINICIO MARCHIONI attore“Le mafie non verranno mai meno fino a che ogni singolo cittadino non coltiverà l’onestà, lo spirito critico ed il senso civico in se stesso e nella propria vita ogni giorno”.RICCARDO LANZARONE attore“Ci hanno detto che la mafia in quanto fenomeno umano ha un inizio e una fine. Tutti abbiamo assistito al suo inizio, speriamo di poterne vedere anche la fine.”

Ci hanno scritto anche:

GIOVANNI SCIFONI attore“ma ve la immaginate che bella sarebbe l’Italia senza la mafia? Riusciamo a immaginare che razza di paradiso terrestre avremmo a disposizione? No. Riusciamo a immaginare un mondo postatomico, una terra governata dagli alieni, ma un italia senza mafia proprio non riusciamo a immaginarla. Questo è il problema”

VANNI BRAMATI attore e regista
Più che alla mafia come entità malavitosa dovremmo abituarci ad opporci alla mentalità mafiosa, quella che attraverso la paura, l’intimidazione, l’omertà, il ricatto, impone sistematicamente la sopraffazione e il vantaggio ingiusto contro chi ne è vittima, condizionando irrimediabilmente il contesto in cui opera a svantaggio di tutti e non solo di chi ne è immediatamente vittima. Se ci abituassimo a vedere le cose in questo modo ci renderemmo conto che la “mafia” è qualcosa che ci riguarda e condiziona in peggio le nostre vite più di quel che normalmente pensiamo.

Massimiliano Davoli attore “Ho passato la mia adolescenza guardando i treni e i traghetti lasciare la Sicilia. Lo facevo sognando di lasciare quell’isola per sempre, e cosi è stato. Spero che un giorno non troppo lontano altri ragazzi abbiano ciò che a me è mancato: l’amore per rimanere in quella terra, il coraggio per cambiarla, la forza per distruggere il marciume che non la merita. La passione per credere che sta già succedendo.”

“La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso”.