È stato appena pubblicato il suo primo EP dal titolo “Live at Baia”, contenente tre inediti ed una cover. Stiamo parlando di Manuela Lorusso, in arte “Iroai”, voce dolce, soave e sincera, la “sfumatura”, appunto, di riparare frantumi per ricreare la fragilità della bellezza.

Ciao, Manuela. Da dove deriva lo pseudonimo “Iroai”?

Durante un periodo di incertezza sia musicale che personale, ho dato forma al nome d’arte Iroai, che deriva dal giapponese “sfumatura”. Quest’ispirazione è stata scaturita da un racconto che avevo letto nel libro di Tomás Navarro, “Kintsukuroi: L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima”. Questo racconto spiega l’antica pratica giapponese di riparare ceramiche frantumate, dove i maestri artigiani non nascondono le crepe, ma le riempiono con pasta d’oro o d’argento, esaltando così le fratture causate dal tempo. Questo processo non solo rivela la fragilità degli oggetti, ma anche la loro forza nel resistere. Riflettendo su questa pratica, ho realizzato che la vera bellezza risiede nel guardare gli oggetti e noi stessi con occhi nuovi, rispettando la nostra fragilità mentre celebriamo la nostra resilienza.

Come definiresti il tuo stile e a quale genere musicale senti di appartenere?

Mi piace pensare alla musica come un passaggio graduale e mai deciso o brusco tra mondi sonori. Questa è la ragione per cui la mia musica è ricca di sfumature: si viaggia dal pop alla musica classica, dal jazz al rock. Ammetto che così facendo si corre il rischio di non avere un’identità ben definita, ma per me questo non è il punto. Nei miei brani troverai sempre una parte più dolce, delicata e fragile, insieme a una più cruda. Solo attraverso questa varietà di sfumature la musica riesce a dare un senso a tutto.

Perché hai scelto di pubblicare il tuo primo EP, “Live at Baia”, interamente live e con la cover di “Black Hole Sun” accanto ai tre inediti?

Questo Ep riprende e rilegge alcuni brani già pubblicati in precedenza dal vivo svelando per un inedito, Voglio essere altrove e una cover, ovvero Black Hole Sun. Ho deciso di pubblicare un’Ep interamente live perché cattura perfettamente l’essenza della mia musica. In poche tracce siamo stati in grado di esplorare diversi stili e territori musicali che ci definiscono. Con l’attenzione del pubblico divisa e la crescente tendenza verso formati più brevi, ho deciso di optare per un Ep, un’opzione più accessibile e coinvolgente.

Riscontri una particolare evoluzione artistica nell’interpretazione dei singoli “Dedalo”, “Ritornerai?” e “Voglio essere altrove”?

Queste tre canzoni hanno un filo conduttore: esplorare il tema della rinascita da diverse prospettive ed esperienze a partire dalla presa di coscienza della realtà che mi circonda. Ognuna porta con sé una storia unica dove le sfumature della mia voce e interpretazione si intrecciano e si modellano in base alle emozioni e alle sensazioni trasmesse dalle canzoni.

Progetti futuri?

Sicuramente pubblicare altra musica! Mi piacerebbe soprattutto ampliare la mia audience attraverso concerti dal vivo, poiché credo che sia un’opportunità unica per creare una fan base autentica e appassionata che mi sostenga nel mio percorso artistico. Sono ben consapevole che il successo nella musica richiede dedizione costante e duro lavoro e sono convinta che, quando ci si impegna sinceramente e appassionatamente in ciò che si fa, i risultati, prima o poi, arrivino.

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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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