Ruggiero Inchingolo, etnomusicologo, musicista polistrumentista, insegnante, direttore artistico e ora anche… attore per Morsi!

Prof. Inchingolo, ha recitao una parte Morsi, ma rimane etnomusicologo e musicista. Ci aiuti a conoscere la tradizione della pizzia in Puglia, in Italia e in Europa.

La pizzica è l’espressione coreutica, artistica e musicale più bella del Salento in quest’ultimo periodo storico. Non è mai successo nella storia della nostra regione che il linguaggio del corpo, ovvero della pizzica, potesse rappresentare al meglio la nostra identità, ma soprattutto potesse espandersi in tutto il mondo. Il termine pizzica trae origine dal morso (vero o presunto) del ragno chiamato tarantola o taranta , ed è una danza di coppia (preferibilmente tra uomo e donna) che si balla maggiormente in occasioni ludiche. Fa parte della grande famiglia delle danze meridionali, che prendono il nome di tarantelle.

La pizzica è ballata maggiormente nella provincia di Lecce, dove ha trovato una sua autonomia non solo come tipo di danza, ma anche come genere musicale, diventando un vero e proprio fenomeno popolare.  L’interesse e la riscoperta di questa danza avviene alla fine degli anni ‘80 grazie ad un movimento di appassionati, studiosi, ricercatori, operatori culturali e gruppi musicali che hanno riproposto non solo le movenze secondo gli anziani depositari, ma anche i canti e le sonate della tradizione salentina. Tra le formazioni storiche di questo movimento di riscoperta troviamo il gruppo Officina Zoè, di cui sono stato cofondatore.

Le musiche suonate nel ballo della pizzica, che appartengono alla forma musicale della tarantella, venivano adoperate durante i rituali terapeutici del tarantismo,  quel fenomeno caratterizzato dal simbolismo della taranta che morde e avvelena, e della musica, della danza e dei colori che liberano da questo morso avvelenato. Dal 1995 in poi, come musicista, ho divulgato e riproposto attraverso varie pubblicazioni, ma soprattutto con il mio violino (in numerosissimi concerti, festival, Università), le pizziche tarantate apprese dal mio maestro, Luigi Stifani, portandole oltre i confini regionali e nazionali, accanto a musicisti di rilievo nel panorama della musica tradizionale salentina. Prima di allora la pizzica tarantata non era mai stata eseguita fedelmente e secondo lo stile violinistico del maestro terapeuta.

R.Inchingolo e L. Stifani

        Luigi Stifani e Ruggero Inchingolo

Legati alla pizzica sono appunto Luigi Stifani ed Ernesto De Martino. Ci può spiegare chi sono e quale è questo legame?

Luigi Stifani (1914-2000), di Nardò, è stato il musicista tradizionale e terapeuta che più d’ogni altro ci ha permesso di capire i rituali legati al tarantismo salentino, uno dei fenomeni più rilevanti della demo-antropologia italiana. Di professione barbiere, Stifani ha svolto un’intensa attività musicale non soltanto nell’ambito della terapia del tarantismo, ma anche come musicista per il ballo e l’intrattenimento. Oltre che violinista, è stato anche un abile suonatore di vari altri strumenti. Con la sua orchestrina, oltre a curare molte tarantate con il pizzico[1] del suo violino, annotava sulla sua rubrica tutti i casi di tarantismo che gli si presentavano (29 casi dal 1928 al 1972). Gli studi sugli strumenti musicali, sulla sua musica numerica e sulle musiche eseguite dal gruppo di Stifani durante le cure rituali del morso della taranta si trovano nel mio Luigi Stifani e la pizzica tarantata (Besa editrice 2007) con l’allegato CD Le pizziche tarantate di Luigi Stifani .

Quanto alla seconda parte della sua domanda, è ormai noto che la bottega di Luigi Stifani alla fine degli anni ’50 è stata meta di tanti ricercatori e studiosi di varie discipline, tra questi il grande etnologo Ernesto De Martino. Nel giugno del 1959 Ernesto De Martino, con una equipe multidisciplinare composta da uno psichiatra, uno psicologo, un musicologo e un sociologo, condusse una ricerca nel Salento per studiare il tarantismo pugliese, la cura rituale del morso della mitica taranta. Qui De Martino ebbe modo di osservare le ultime manifestazioni del fenomeno, scrivendo uno dei più rilevanti saggi dell’antropologia italiana: La terra del rimorso (Il Saggiatore 1961). Durante le sue ricerche etnografiche del 1959, De Martino si fece accompagnare proprio dal maestro Stifani che diventò il personaggio chiave dell’opera di De Martino al punto da riceverne stima e notorietà. D’altro canto, le teorie del maestro Stifani sul tarantismo diedero un contributo indispensabile all’indagine di De Martino, svelando il volto di una cultura popolare millenaria.

Ruggiero Inchingolo (Notte della Taranta)

Cosa è la musicoterapia e a chi è rivolta?

La Musicoterapia è una pratica che utilizza la musica e il suono per contribuire al miglioramento della qualità della vita dell’individuo. Si può applicare su persone di tutte le fasce di età nel settore della riabilitazione, della prevenzione e del mantenimento della condizione psicofisica. Attraverso l’intervento sonoro si possono aprire canali privilegiati di comunicazione, provocare attivazioni senso-motorie, mantenere o ristabilire uno stato di benessere.

La prima missione del terapeuta è quella di effettuare una diagnosi per capire che tipo di suoni somministrare al sofferente. La musica che partorirà in quel preciso momento dipenderà da quegli elementi extramusicali come l’atteggiamento, il carattere, l’indole del paziente che devono essere catturati e guidati dall’abilità del terapeuta, quasi devono risuonare per simpatia. Stifani dice che “per ogni tarantata devi trovare il suono che le va”. Il gesuita studioso di tarantismo, e non solo, Athanasius Kircher, nel 1673 diceva che la musica gioca il ruolo di contro veleno come “antidotum tarantulae”.

Attorno a quali progetti sta lavorando in questo momento?

Alterno l’attività concertistica a quella didattica. Dal 1993 dirigo il Centro Studi Didattica della Musica e Tradizioni Popolari “Il Giardino dei Suoni”, in cui sperimento un metodo di insegnamento che prevede un approccio interdisciplinare privilegiando lo sviluppo della creatività e dell’orecchio.

Ricordiamo l’appuntamento con Morsi, il 3 giugno, venerdì, nella sala Roma, ad Andria!

Sono previste tre proiezioni, rispettivamente alle 19,00; alle 20.15 e alle 21.30.

Ingresso libero, ma con obbligo di prenotazione.

Info e prenotazioni al numero: 3341248234.

————————————————————————————-

[1] CfrRuggiero Inchingolo, Il pizzico prodigioso del violino di Stifani, in Melissi, n. 10-11, Nardò, Besa 2005.


Articolo precedenteRES PUBLICA
Articolo successivoComunità: fondata su cosa?
Studio Economia e Finanza all’Università Bocconi di Milano. La mia più grande passione è la musica, in particolar modo quella che suono al mio pianoforte. Amo la danza, soprattutto la classica, che pratico da quando avevo 3 anni. L’affetto della mia famiglia e dei miei amici è un elemento importante nella mia vita. Sono molto curiosa e adoro viaggiare per dissetare la mia voglia di conoscenza. Odysseo rappresenta il raccordo tra la mia passione per la scrittura, i miei studi e le mie esperienze. Mi piace scrivere per esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni. Sono innamorata dei libri di Baricco, Carcasi, Bisotti, e delle opere di Shakespeare. L’affetto della mia famiglia e dei miei amici è un elemento importante nella mia vita. La scuola e i miei insegnanti sono la fonte che disseta la mia voglia di conoscenza.