«Ci sono due tipi di persone: quelle che amano il medioevo per gli avvenimenti storici; quelli che amano il medioevo talmente tanto da mantenere quella mentalità»

(Anonimo)

Quelle che bruciavano erano donne, poi le hanno chiamate streghe, ma sempre uno stupido appellativo era. Avrebbe potuto essere una parolaccia per significare un “donna di facili costumi”, non sarebbe cambiato nulla. Erano donne.

Ho letto molto, ricercato molto, sfogliato molto,  imparato molto: erano belle, erano istruite, erano eclettiche, fantasiose ed intelligenti.

I loro pozzi erano pieni di acqua e le loro piantagioni erano floride, tant’è vero che avevano grandi abilità erboristiche.

Il loro legame con la natura era profondo e sapevano ballare: peraltro, cantavano.

Erano indipendenti.

In realtà nel 1600, strega o meno, qualsiasi donna poteva essere uccisa.

Le buttavano in acqua e se quelle sapevano stare a galla venivano accusate per questo e comunque giustiziate; se annegavano allora venivano dichiarate innocenti.

Ma erano in ogni caso donne morte, scagliate violentemente giù da alte scogliere e sepolte in buche profonde come i più neri degli abissi.

Si modifica spesso il nome alle cose, illudendosi che questo basti a cambiarle: per tanti versi, invece, le cose restano sempre uguali.

Forma e sostanza sono due faccende diverse e versare vino da un cartone di scarsa qualità in un flûte di cristallo, non lo rende certamente un Petrus Grand.

Allo stesso modo funziona la storia, specie se non la si conosce o se ancora si crede che averla imparata sui libri basti: per cambiarla la storia  bisogna averla sentita, graffiata, patita come propria.

Non bastano quindici titoli per renderlo possibile: la cultura per la resilienza ed il rinnovamento è un’altra cosa.

La guarigione di una stirpe ha bisogno di altre fondamenta.

Per ogni donna massacrata in qualsiasi tempo, incluso il nostro ed in qualsiasi modo: per le donne dilaniate nel corpo, per quelle obnubilate nella testa. Perché abbiano pace le prime e voce le seconde.

Non hanno bruciato le streghe.

Hanno bruciato le donne.


FontePhotocredits: https://pixabay.com/it/photos/donna-contento-ridendo-attrice-2868705/
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.