«La vita è una resistenza continua all’inerzia che tenta di sabotare il nostro volere più profondo. Chi si stanca di volere, vuole il nulla»
(Friedrich Nietzsche)
Mi ha insegnato più cose l’ultimo anno, che i precedenti 44 messi insieme.
Fra le cose che ho imparato, c’è il fatto che con poche parole si possono esprimere concetti profondissimi e con altrettante poche parole e molti fatti, si possono realmente cambiare le cose.
Quando nasci volitivo pensi che non possa esistere qualcuno più volitivo di te.
Al più un tuo pari, ma non superiore, perché quando tu vuoi una cosa, te la vai a prendere. Ed è così da sempre.
Beh, hai ragione, fino a che non arrivi a volere una cosa così tanto da rifiutarla, con la stessa volontà di ferro che fa di te quello che sei.
Peccato che qualcuno più volitivo di te esista e tu non sia preparato a questa realtà.
Quello che rifiuti te lo pianta prima davanti, poi intorno e alla fine lo inchioda nelle tue budella: volli, volli, fortissimamente volli.
Ecco, a te mancava la Mente dell’ avverbio e non lo sapevi: qualcuno finalmente ti ha superato e così, prepotentemente, ti ha salvato.
A volte, per vincere, bisogna lasciar fare a chi riesce ad essere più adamantino di te, tocca crederci… e crederci per fede, perché se non credi, non vedi.
Vale così, non al contrario. Con buona pace di San Tommaso.
Credo, dunque vedo. Questo è.