Il monologo di Agata Paradiso
Dimore, fili oltre i confini è il progetto che l’associazione culturale “In & Young” ha, letteralmente, ricamato per intrecciare storie di donne che hanno voglia di rinascere. Di risorgere. Intrecciando fili di radici antiche con visioni di strade future.
L’attrice Agata, presenza scenica inimitabile, ha inneggiato alla meraviglia dell’essere donna. Ha tuonato contro le ingiustizie delle discriminazioni di genere. Ha celebrato il suo amore per nonna Brigida, anche lei presente e in scena e, a fine spettacolo, capace di impadronirsi della medesima scena in una sorta di spettacolo nello spettacolo, anzi: di storia di vita che si fa spettacolo.
Emozioni a profusione, lo scorso 4 maggio, presso il Museo Diocesano di Andria, e applausi a scena aperta.
Donna, sostantivo femminile, ha scandito Agata, e gli uomini non cambiano, ha cantato e ricordato.
Io, da uomo, lì presente, un po’ ammiravo e un po’ mi vergognavo.
Mi vergognavo di quanto noi “maschietti” abbiamo perpetrato e perpetriamo a danno delle donne.
Mi vergognavo delle donne sacrificate, delle vite spezzate, delle carriere interrotte.
Mi vergognavo del maschilismo imperante già nella nostra grammatica.
Mi vergognavo e ammiravo: l’intelligenza delle donne, la forza di nonna Brigida, i ricami delle donne di “In & Young”, l’empatia di tutti i presenti.
Ammiravo l’universo femminile.
E pensavo a quanto misero sarebbe il mondo senza la Donna.
Donna… cucita a mano: tocca tornare a vederlo.
Agata, a quando la prossima replica?
Ricorda, me l’hai promesso…