Il monologo di Agata Paradiso

Dimore, fili oltre i confini è il progetto che l’associazione culturale “In & Young” ha, letteralmente, ricamato per intrecciare storie di donne che hanno voglia di rinascere. Di risorgere. Intrecciando fili di radici antiche con visioni di strade future.

L’attrice Agata, presenza scenica inimitabile, ha inneggiato alla meraviglia dell’essere donna. Ha tuonato contro le ingiustizie delle discriminazioni di genere. Ha celebrato il suo amore per nonna Brigida, anche lei presente e in scena e, a fine spettacolo, capace di impadronirsi della medesima scena in una sorta di spettacolo nello spettacolo, anzi: di storia di vita che si fa  spettacolo.

Emozioni a profusione, lo scorso 4 maggio, presso il Museo Diocesano di Andria, e applausi a scena aperta.

Donna, sostantivo femminile, ha scandito Agata, e gli uomini non cambiano, ha cantato e ricordato.

Io, da uomo, lì presente, un po’ ammiravo e un po’ mi vergognavo.

Mi vergognavo di quanto noi “maschietti” abbiamo perpetrato e perpetriamo a danno delle donne.

Mi vergognavo delle donne sacrificate, delle vite spezzate, delle carriere interrotte.

Mi vergognavo del maschilismo imperante già nella nostra grammatica.

Mi vergognavo e ammiravo: l’intelligenza delle donne, la forza di nonna Brigida, i ricami delle donne di “In & Young”, l’empatia di tutti i presenti.

Ammiravo l’universo femminile.

E pensavo a quanto misero sarebbe il mondo senza la Donna.

Donna… cucita a mano: tocca tornare a vederlo.

Agata, a quando la prossima replica?

Ricorda, me l’hai promesso…


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...