Amore virtuale o amore reale? Cosa resta dopo un emoticon...

Amore virtuale o amore reale? Cosa resta dopo un emoticon…

Mi chiedo spesso: è possibile un amore, un voler bene “da smartphone” senza che vi sia scambio di parole ricambiate, di sentimenti, di impulsi, di emozioni…,senza che vi sia una reale conoscenza dell’altro, sia dal punto di vista fisico che spirituale?

Ascoltavo un professore che diceva ad un suo alunno: ”… ormai la vostra vita è racchiusa in quel piccolo affare”. Ovviamente alludeva allo smartphone. Ascoltavo e, all’istante, si susseguivano nella mente i fotogrammi di decenni fa: mi rendevo conto che, mio malgrado, è proprio cosi. Tutti, ormai, si accompagnano con uno smartphone. Nessuno si annoia più perché è sempre in compagnia di una vita virtuale e parallela disponibile in qualsiasi momento e in qualsiasi ‘dove’.

Non si è più capaci di vivere in con-tatto con la vita reale, o meglio lo si fa, ma sempre con l’intermediazione del virtuale. Basta un semplice smile per dire che sto pensando a te o un cuore per ricordarti che ti voglio bene. Eppure tutti, poi, hanno difficoltà a parlare a viva voce, a dichiararsi, a sormontare il wi-fii, a tagliare quei fili che tengono uniti l’identità reale e quella virtuale. E se le vecchie generazioni ancora possono assaporare l’odore dei ricordi di relazioni sane, burrascose, sacrificate a costo di vivere nella miseria economica e nella nobiltà d’animo, ho davvero timore che le generazioni odierne e quelle che seguiranno saranno penalizzate dal loro stesso modo di non affrontare, in pienezza, la vita reale. Loro si sono trovati a vivere in quest’epoca rivoluzionaria e deragliata sui binari della tecnologia senza volerlo e come per gli anziani è inconcepibile questo nuovo stile di vita, così per i nuovi è inimmaginabile pensare a una relazione quotidiana senza i filtri della tecnologia.

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E se gran parte delle relazioni si attivano e si scambiano su un display, in queste relazioni dobbiamo annoverare anche l’amore. Come è possibile che l’amore si tramuti in un semplice cuore sul display di uno schermo di uno smartphone o del pc, che con un gesto viene poi cancellato dalla memoria? Un amore senza dubbio idealizzato, in cui ognuno si sente libero di impersonare un personaggio che può modificare come vuole a seconda delle sue intenzioni. È davvero facile avere il tempo per scrivere e cancellare le parole che si vorrebbero pronunciare, togliendo significato alle emozioni, come la “rabbia”, quando ci si interfaccia personalmente con qualcuno a cui vorremmo dirne di “tutti i colori”; a volte possono fuoriuscire dalla bocca delle parole pesanti, volgari, che feriscono e che, se invece, abbiamo il tempo di scrivere e rileggere, magari ci permettono di soffermarsi di più a riflettere prima di inviare…questo può sembrare positivo perché magari si modera il linguaggio. Ma ciò che viene a mancare è il coinvolgimento emotivo.

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Certo, questi nuovi mezzi di comunicazione possono aiutare ad intraprendere l’approccio, possono anche essere l’unico mezzo attraverso cui sentirsi realmente liberi.

Tanti hanno problemi di eccessiva timidezza tali da finire sempre con il diventare scherno dei pari e allora diventa più semplice scrivere e rifugiarsi in una realtà virtuale che però è propria e nessuno può intromettersi. In questi casi nel virtuale tutto viene visto come un sogno, come qualcosa che nella realtà non è possibile. Ci si invaghisce di una persona perfetta con cui ci si sente unici. Una persona perfetta da idealizzare e a cui credere di poter parlare d’amore. In questo caso però sicuramente si correrà l’unico rischio possibile, ossia diventarne dipendente. Dalla dipendenza all’ossessione maniacale il passo è breve. Tutto ruota intorno alla rete, una rete da cui non è facile liberarsi soprattutto perché non si vuole liberarsene. Lì comincia la vera chiusura e la chiusura più drastica arriva quando il sogno, che sembrava funzionare alla perfezione, si frantuma riportando il tutto ad una dolorosa visione della realtà ritrovandosi ancora più soli.

Che cosa ci spinge a questa ricerca alternativa alla vita reale? Forse alcune lacune? Queste sono difficili da colmare se non si ha un fondamento interiore che inevitabilmente deve ancorarsi alla relazione con l’altro. Perché solo insieme si può uscire vincitori. Da soli si manifesta la volontà di cambiare, ma solo insieme si mette in atto il vero e proprio cambiamento.