Un programma ambizioso per creare, rigenerare e riqualificare un luogo dimenticato, un largo senza nome attraverso la danza, la musica e il teatro. Si tratta di “XLART PROJECT: azioni condivise per un luogo senza nome”. A parlarcene è la dott.ssa Stefania D’Onofrio, responsabile scientifico del progetto.
Ciao, Stefania. In cosa consiste e a chi si rivolge XLART Project?
“XLART PROJECT: azioni condivise per un luogo senza nome”, vincitore dell’Avviso pubblico Creative Living lab IV Edizione, promosso della Direzione Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e patrocinato dal Comune di Barletta, che ha visto in campo l’Associazione Krass – soggetto capofila, e altre 3 associazioni partner Sciarrabbà , Fattoria degli Artisti e I Nuovi Scalzi- è stato un progetto ambizioso in cui i 4 partner si sono impegnati a creare, rigenerare e riqualificare un luogo dimenticato, un largo senza nome attraverso la danza, la musica e il teatro.
Nell’ottica di riqualificazione urbana, come va inteso il concetto di “spazio”?
Grazie alla volontà di queste 4 associazioni di Barletta sono stati intercettati i finanziamenti per poter offrire laboratori, percorsi di ricerca artistica, incontri, spettacoli gratuiti alla città. Con il progetto sono state coinvolte tutte le fasce d’età dall’infanzia all’adolescenza fino agli anziani, e soprattutto è stato possibile offrire dei servizi culturali coinvolgendo artisti ed esperti di altissimo livello professionale. L’evento, svoltosi lo scorso 30 giugno, è stato l’esito conclusivo di un percorso iniziato a Gennaio, ed è stato caratterizzato dalla restituzione finale degli esiti laboratoriali che sono cominciati a gennaio e hanno visto la serata aprirsi con il laboratorio rivolto a bambini e anziani dal titolo “MEMORIE E NARRAZIONI” a cura di Olga Mascolo dei I Nuovi Scalzi, a seguire “ACTION!” – Azioni partecipate di teatro forum – a cura di Savino Maria Italiano. Subito dopo “GIOCHI DA CLOWN” – intermezzo a cura di Gianbattista Rossi. Si è poi passati alle esibizioni di Teatrodanza e ricerca sul movimento. La prima “STEP IN – uno studio” Esito di residenza artistica: una ricerca coreutica a cura di Elisabetta Lauro . subito a seguire “MICRODANZE DIGITALI” -Esito di un laboratorio sulle danze virali, liberamente ispirato alla danza di Mercoledì e ai Tik Tok. Sempre a cura di Elisabetta Lauro. Subito dopo “BE-N-DO : be not do” Esito di un progetto di ricerca su spazio corpo e voce a cura di Dania Mansi. Dopo una pausa con un intervento dell’Assessore alla Cultura della città di Barletta, Oronzo Cilli, abbiamo assistito a “L’ONOMATOPEA DELLE STORIE – FAVOLE DI IERI E DI OGGI – generazioni a confronto”, apertura al pubblico di fine laboratorio a cura di Mariella Parlato, Angela Dimiccoli, Paolo Dinuzzi, Maria Filograsso e Michela Diviccaro. A seguire “IL CLOWN INVISIBILE” – Incursioni e performance al pubblico a cura di Gianbattista Rossi e Rosellina Goffredo. Infine “BELL’ASSÈ” Concerto-reading- storie e musica in dialetto barlettano con Paolo Dinuzzi basso e composizione, Raffaella Distaso canto, Michela Diviccaro voce recitante. Scorrevano le proiezioni di questi mesi di attività e di “NARRABILITY” – Contenuti visuali del laboratorio di storytelling – a cura di Vulmaro Doronzo, realizzato dagli alunni della 3B del Liceo Classico “A. Casardi” indirizzo “Scienze Umane”. La serata si è conclusa con la Proclamazione del nome scelto per l’intitolazione della piazza che è avvenuta con votazione del pubblico. La preferenza è andata al nome “Largo Manrico Gammarota” in memoria dell’attore teatrale e cinematografico barlettano scomparso prematuramente.
In un processo di commistione inter-generazionale, Arte e Cultura possono rappresentare il pungolo per una partecipazione civica attiva dei più giovani?
Investigare non più razionalmente ma operativamente è il compito assieme della filosofia futura e dell’arte, per recuperare pensiero e corpo, gli spazi e i luoghi di azione e di pensiero. È stato fatto il primo grande passo che ha visto coabitare idee, azioni e processi di ricerca partecipata di Rigenera-azione. La conoscenza passa attraverso la trasformazione il confronto, lo scontro. L’impegno che tutti i gruppi hanno mostrato rivela il successo genuino di una ricerca sul territorio che passa nelle viscere dell’arte e si rigenera cambia e abita. I giovanissimi, così come gli anziani, in modo corale e trasversale, hanno imparato a confrontarsi e riappropriarsi di quel dialogo che è terreno fertile per la crescita di ognuno.
Obiettivi futuri?
Speriamo di aver seminato per il futuro. Abbiamo sentito la potenza di tutti gli sforzi fatti e la gioia strabordante di tutti gli “attori” in campo e della cittadinanza. Speriamo di poter convogliare lì altri progetti futuri. Di non far cessare la ricerca e il nostro impegno sociale. L’arte non può e non deve rimanere “nelle proprie stanze”… ma farsi corpo del cambiamento della società che vogliamo.