Il contributo Pompeo Fabio Mancini

Nell’era della società planetaria  stanno emergendo diverse  e sempre più cruciali sfide non più rinviabili  e nello stesso tempo siamo obbligati a rispondere con nuovi strumenti per evitare gli esiti disastrosi di certa modernità, dovuti al fatto di aver affrontato i problemi ereditati con le logiche del pensiero ad una dimensione e  anche di  aver il più delle volte ‘mentito’ sulla loro intrinseca complessità a dirla con Simone Weil; tra le tante da affrontare con  adeguate ottiche sta prendendo sempre più piede il tema della cittadinanza, oggi  al centro di diverse strategie che investono diversi livelli teorico-esistenziali.  E questo tipo di engagement, che va dall’ambito filosofico a quello antropologico ed educativo, si impone perché stiamo vivendo sulla nostra pelle dei cambiamenti di fondo come il cruciale “passaggio dalla modernità alla postmodernità”, passaggio che richiede un’attitudine di pensiero basata su una visione “multiprospettica e pluridimensionale”. Un approccio del genere, ormai di casa nel più sano pensiero filosofico-scientifico per dar conto della ‘rugosità del reale’ per usare un’espressione di Simone Weil, è ritenuto strategico da Pompeo Fabio Mancini nel suo ultimo ed organico lavoro dal significativo titolo Cittadinanza. Modernità e postmodernità. Lineamenti storici, antropologici ed educativi, con prefazioni di Mario Pollo e Luisa Santelli Beccegato (Roma, Aracne Ed., 2023); e per spiegare l’esito di tale approdo, è da tenere presente il fatto che è stato  preceduto da un’ampia esperienza in campo didattico nel portare la filosofia ai bambini  e nell’educarli ‘al filoso-fare’, come recitano due  lavori del 2006 come Socrate e Aristotele alle elementari e Educare al filoso-fare del 2013, lavori che hanno fatto tesoro, come quelli successivi, del ricco plafond fenomenologico a base del suo percorso di ricerca.

Sulla base di tali presupposti non poteva non prendere piede il tema della cittadinanza  declinato in tale contesto teorico-operativo col trovare una prima  formulazione in Filosofia per bambini. Educazione alla cittadinanza: una prospettiva europea del 2015 e con allargare lo sguardo ai collaterali problemi della giustizia e dell’educazione nella differenza; pur affrontato in saggi precedenti, in Cittadinanza. Modernità e postmodernità ci viene offerto un percorso più articolato di  tale strategico tema inserito in una non comune cornice storico-filosofica per vagliarne le decisive “ conseguenze antropologiche ed educative”. L’obiettivo è quello di fornire le basi di una “autentica educazione alla cittadinanza” che non si deve limitare a fornire le necessarie competenze col costituire una linfa per la stessa vita comunitaria; una sana prassi educativa, infatti,  ha come scopo primario di contribuire alla “formazione di una coscienza civica partecipativa e critica”, ritenuta più in grado di fornire gli strumenti per far comprendere i “valori del dialogo  e della collaborazione”; tali valori col loro pieno portato di vissuti sono necessari in un mondo sempre più interdipendente, che ha bisogno di dare concretezza, pena la sua stessa sopravvivenza, ad una promessa della modernità che è venuta meno, quella della fraternità, come ha scritto Mauro Ceruti in Il tempo della complessità e nei suoi ultimi lavori. D’altronde viene invocata con forza da più parti come dallo stesso Papa Francesco nelle due ultime encicliche e da Edgar Morin in quanto ritenuta il perno indispensabile di ogni prassi politica lungimirante alle prese con problemi di portata globale e da estendere all’intero pianeta Terra, sottoposta a continui ‘strazi’ a dirla con Pierre Teilhard de Chardin.

Dopo diversi capitoli  caratterizzati da un’accurata analisi storico-critica delle forme di cittadinanza assunte nell’età moderna viste sempre “in relazione con i contesti storico-ideologici” ed in rapporto con lo sviluppo della “soggettività giuridica” sino a dare all’individuo quel ruolo preminente  con lo sfociare nell’individualismo con alcune sue “derive”, il volume ci offre una piena immersione nei profondi mutamenti apportati dalla postmodernità o meglio da quella che viene chiamata “identità postmoderna”; tali mutamenti, come ci insegna  in particolar modo il pensiero complesso,  hanno posto fine alle “Grandi narrazioni” e agli “ancoraggi delle grandi filosofie storicistiche dell’età moderna”, hanno portato   ai “fallimenti delle grandi ideologie”, alle “forme storiche della ragione assolutistica” in quanto nella situazione postmoderna cambiano inesorabilmente “le impalcature ideologiche che avevano  retto la giustificazione dei sistemi sociali, politici, economici ed educativi” in seguito al cambiamento della “relazione fra il governo, il cittadino ed il fornitore di servizi”. Mancini, attraverso una ricca disamina delle proposte avanzate da più figure appartenenti a diversi orientamento di pensiero,  offre gli strumenti ermeneutici per comprenderci “che cittadini siamo diventati oggi” alle prese con fenomeni di portata planetaria, come la globalizzazione e le migrazioni, fenomeni che stanno mutando “l’idea di cittadinanza  legata all’appartenenza e all’identità nazionale”; in tal modo essa viene ad assumere un carattere “flessibile” che porta alla necessità di costruire “un progetto  di cittadinanza multidimensionale, inclusiva in cui sia rispettata e garantita la multiappartenenza”, tipico del nostro tempo, ‘tempo della complessità’ come ci insegna Mauro Ceruti.

Cittadinanza. Modernità e postmodernità  configura un percorso dove siamo invitati come intera umanità a gettare le basi di una “cittadinanza globale postmoderna” che faccia i conti sino in fondo con i confini nazionali considerati “porosi” e forieri una volta per sempre di quel processo necessario di “deterritorializzazione” che ne consegue e  che ancora si fatica a mettere definitivamente da parte.  Ma come ogni processo che si mette in atto, anche la cittadinanza postmoderna presenta delle “tendenze opposte” come “partecipazione e apatia politica e alienazione sociale” che hanno, pertanto bisogno  di una costante “dimensione educativa” a partire dall’ambito scolastico, dove per Mancini vengono a  giocare un ruolo indispensabile metodologie didattiche “ispirate al costruttivismo sociale,  all’apprendimento cooperativo, allo sviluppo del Pensiero critico,  creativo e valoriale, come la Philosophy for Children”; e nello stesso tempo tali processi devono essere accompagnati da “esperienze  civiche di partecipazione ai processi decisionali” ed in collaborazione con il territorio per “formare una coscienza ecologica e ambientale”, tutti percorsi educativi che rendono la cittadinanza in primis “esperienza” reale, dove “i valori vengono interiorizzati per renderli criteri delle proprie scelte per gli altri”.

In tal modo, quest’ultimo lavoro di Pompeo Fabio Mancini viene ad inserirsi in un denso dibattito internazionale in corso, come si evince dal pur ricco apparato bibliografico criticamente tenuto presente, dove  non compaiono studi provenienti dal campo del pensiero complesso che avrebbero arricchito il percorso  messo in atto;  ma esso, ricco delle prospettive aperte dall’abbeverarsi a quelle fonti di Siloe che sono state la fenomenologia e la filosofia della persona,  è già di per sé ricco di diverse strategie teorico-esistenziali oggi più che mai necessarie per superare insieme, come spesso viene affermato in Cittadinanza. Modernità e postmodernità, le derive nichilistiche sempre in agguato che prendono piede quando abbassiamo la guardia in primis nel campo del pensiero per poi debordare  con esiti distruttivi nei fatti umani, come insegnano la storia del primo Novecento e, purtroppo ancora, molte vicende odierne.


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Mario Castellana, già docente di Filosofia della scienza presso l’Università del Salento e di Introduzione generale alla filosofia presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari, è da anni impegnato nel valorizzare la dimensione culturale del pensiero scientifico attraverso l’analisi di alcune figure della filosofia della scienza francese ed italiana del ‘900. Oltre ad essere autore di diverse monografie e di diversi saggi su tali figure, ha allargato i suoi interessi ai rapporti fra scienza e fede, scienza ed etica, scienza e democrazia, al ruolo di alcune figure femminili nel pensiero contemporaneo come Simone Weil e Hélène Metzger. Collaboratore della storica rivista francese "Revue de synthèse", è attualmente direttore scientifico di "Idee", rivista di filosofia e scienze dell’uomo nonché direttore della Collana Internazionale "Pensée des sciences", Pensa Multimedia, Lecce; come nello spirito di "Odysseo" è un umile navigatore nelle acque sempre più insicure della conoscenza.

1 COMMENTO

  1. La guerra in Vicino Oriente nasce vecchia e già morta – se non fossero state vive le circa 25.000 vittime ormai morte – perché si basa su un concetto di cittadinanza territoriale negata (Gaza) e su una diversificazione razionale dei gradi di cittadinanza (Israele) in un tempo in cui la cittadinanza andrebbe ripensata piuttosto che negata o violata. Grazie per questo articolo denso di spunti di riflessione

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