Se non le hai mai assaggiate, non sai cosa sia la Puglia

Certo, qualcuno potrebbe pensare che questa non è una vera ricetta e che non ci vuole niente a bagnare un po’ di pane e condirlo con olio e pomodori. Sarà. Ma noi vi invitiamo a provare per credere.

In primo luogo, come sempre, gli ingredienti. Ci sono friselle e friselle, pomodori e pomodori, olio e (non) olio.

Le friselle di cui qui si parla sono un prodotto tipicamente pugliese. Le trovate un po’ dappertutto, ma assicuratevi che siano quelle preparate secondo l’antico metodo nato in questa terra. Ve ne sono di farina integrale (e sono ottime), di semola o di altri tipi di farina, ma, se volete cuocerle in casa, occorre un minimo di esperienza e non poco lavoro.

Per prepararle, dovete seguire il normale procedimento che seguireste per impastare e cuocere del pane, anzi, in questo caso, dei panini. Solo che, a cottura quasi terminata, occorre sfornarli, tagliarli a metà e rimetterli in forno sino a che assumano una certa durezza, tale da non perdere la propria consistenza, una volta che le bagnerete in acqua, subito prima di condirle e servirle. Anche quest’ultima operazione è importante: le friselle vanno preparate e servite al momento, perché devono essere al contempo umide e croccanti, non mollicce e spugnose.

Ovviamente, l’acqua non deve essere clorata e deve essere a temperatura ambiente. Le friselle sono un piatto tipicamente estivo e possono sostituire una pizza o un piatto di pasta, ma non vanno immerse in acqua gelida. L’immersione in genere deve durare una decina di secondi, ma dipende dal tipo di frisella che avete: col tempo impararete.

Importantissimo che i pomodorini (perché non si usano quelli grandi…) siano freschi, biologici, succosi e maturi al punto giusto. L’olio non può che essere EVO: siete in Puglia, la patria dell’extra vergine di oliva!  Un pizzico di sale, magari anche un’aggiunta di basilico fresco e il piatto è pronto.

Un’ultima annotazione: potete usare la forchetta, ma le friselle si gustano al meglio mangiandole con le mani…


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...