Quello che in tanti non sanno…

A parte la tradizione millenaria della presenza di minoranze ebraiche , di cui sono testimonianza la sinagoga e il quartiere ebraico di Trani, oggi meta di migliaia di visitatori ogni anno, pochi, purtroppo, sanno che la BAT e in particolare Barletta e Trani hanno dato un contributo  molto significativo alla protezione dei profughi ebrei.

Il volume “Barletta, percorsi di memoria. Dagli anni Venti al dopoguerra”, Edizioni del Sud, 2022 illustra i risultati di una ricerca sul campo profughi di Barletta, strettamente collegato a quello di Trani. Il campo era denominato DP camp n° 3, dove DP sta per Displaced Person, la classificazione data ai sopravvissuti nei campi di concentramento assistiti dall’UNRRA, embrione dell’ONU.

Il campo aveva sede nella Caserma” Stella”, situata all’uscita di Barletta in direzione di Andria: lì il celebre Generale Anders tenne gli uffici amministrativi della II armata polacca, che diede un contributo significativo alla Liberazione del nostro Paese.

Qui nell’ottobre del 1947 giunsero centinaia di Ebrei di diverse nazionalità, soprattutto polacchi. Il campo fu chiuso nel 1950: per tre anni i profughi vissero in piena sintonia con la popolazione locale. Disponiamo dell’elenco quasi completo dei nomi. Trani ospitava un altro campo e l’ospedale, mentre in Andria fu attivo un Hachsharot, ovvero una scuola professionale per l’agricoltura, collocata in quello che ancora oggi è l’Istituto agrario.

A Barletta sono stati censiti ben 72 matrimoni di Ebrei, fra cui tre con sposa barlettana. Si tenga presente che i matrimoni molto spesso avvenivano all’interno della sinagoga allestita nel DP camp e perciò non davanti all’Ufficiale di Stato civile. Lo stesso avveniva per le nascite.

Al Liceo classico Casardi sono state consultate le pagelle di studenti e studentesse che vivevano nel DP camp.

La gran parte dei profughi ebrei stanziati a Barletta riuscì a concludere con successo l’Aliyah, la “salita” ad Israele e la foto in questa pagina testimonia i festeggiamenti pubblici per la proclamazione dello Stato d’Israele, maggio 1948.

Impossibile riassumere in poche righe una vicenda così importante, ma due osservazioni sono necessarie. La prima è che, nei Comuni salentini che hanno vissuto vicende analoghe ( S.Maria al Bagno, Tricase), la rievocazione e la valorizzazione di questa nobile memoria sono state già sviluppate da tempo.

La seconda, strettamente connessa, è che nella BAT questa memoria è stata finora trascurata. Fa particolarmente specie Barletta che, pur disponendo di un Archivio della Resistenza e della Memoria, non abbia mosso finora un dito per valorizzare una vicenda di integrazione e solidarietà così importante.


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Sono nato a Barletta nel 1956; ho insegnato Lettere per 23 anni e sono stato dirigente scolastico dal 2007 al 2023. Mi sono dedicato allo studio di vari aspetti della storia locale e sono membro della Società di storia patria per la Puglia; ho censito, trascritto e tradotto le epigrafi di Barletta. Per i tipi della Rotas ho pubblicato il romanzo-saggio “Ricognizioni al giro di boa”. Da molti anni mi interesso di religioni (specialmente il Buddhismo Mahayana) e di dialogo interreligioso. Ho avuto la fortuna di avere tre figli e ora di essere anche nonno! Da settembre 2023 sono in pensione: si dice tecnicamente "in quiescenza" ma è un po' difficile fermarsi. Gioco a tennis, mi piace molto viaggiare e credo molto nel lifelong learning. Sono stato cooptato in Odysseo da Paolo Farina :) e gli sono grato per avermi offerto uno spazio per parlare di scuola (e non solo) fuori dall’ambito formale/ istituzionale.

1 COMMENTO

  1. Direi che rievocare e valorizzare questi avvenimenti è assolutamente necessario. L’integrazione e la solidarietà valori importanti pienamente in contrasto in un periodo storico improntato sulla discriminazione, emarginazione e sterminio degli ebrei, non può e non essere valorizzata e fatta conoscere a tutti.

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