“Mater semper certa est, ac prelata.
Hai voglia tu a fa’ ‘l padre premuroso:
è lei che in fin de’ conti è avvantaggiata.”
Questo pensavo lasciando il letto ombroso,
mentre mi disponevo a far la notte,
spezzando di Morfeo il dolce riposo.
Qualc’ora prima con lei avea fatto a botte
con le parol, s’intende, ma che mani?!
Non è che ne avea dette crude e cotte
anzi, fa assai più male starsene lontani,
tacersi ed ignorarsi in stessa stanza
e dirsi in cuor: ci parlerò domani.
Messa a tacere a cena anche la panza,
mi rifugiai nel letto di stanzetta,
con di ogni tregua persa la speranza.
“Mo viene e mo non vien” la figlioletta
ch’è solita abbracciarmi con trasporto
‘gni ser’ prima d’andare a letta…
Non vien! Realizzo e tosto taglio corto.
Chissà, magari viene la seconda …
… indago un po’ dal mio giaciglio sporto.
Ma quando sento la vocin feconda
lontana, far preghiere della sera,
con la sorella grande a farle sponda
e con la mamma, prima così altera,
ed ora tutta miele e marmellata …
feci come Giuseppe fe’ a Caprera.
Fattami di coperta mantellata,
guardandomi allo specchio, a voce smorta,
mi dissi cosa sempre tramandata:
“Ricorda, padre di memoria corta,
ch’a donna figli vengon dal ginocchio
e tu, per buon che sia, vien dalla porta!”.
Ascolta MATER SEMPER CERTA … AC PRELATA! interpretata dalla voce di Giuseppe Porro: