LA SECONDA DANZA

Era mai andata diversamente?

Forse poteva illudersi, cancellare i ricordi di simili episodi del passato, ma anche se l’avesse fatto i vari messaggi sul suocellulare gli avrebbero ricordato che stava solo mentendo a sé stesso.

La memoria elettronica sarebbe stata più semplice da ingannare, da alleggerire, eppure non riusciva a farlo, perché eratutto ciò che gli rimaneva della sua esistenza, tutto ciò che testimoniava, in qualche modo, che era vissuto, che aveva creato dei legami.

Non era mai andata diversamente.

Cosa spingeva le persone a mentire, a giocare con i sentimenti degli altri? Il bisogno di potere, l’impulso di voler avere ilcontrollo sulla vita e sulla morte, sul dolore e sulla gioia, sentire cosa potesse voler dire essere Dio? Non era certo unarisposta semplice, e scorrere i vari messaggi ancora in memoria di sicuro non l’avrebbe aiutato nella sua ricerca della verità, sempre che fosse esistita. Serviva solo a dare conferma, a rendere più reale, ciò che aveva pensato ogni volta cheera successo.

La mancanza di autorità sufficiente a prendere una simile decisione, le difficoltà di inserirsi in un gruppo affiatato,l’impossibilità di integrarsi tra gente diversa da lui. Maschere, scuse per non provarci neanche, maschere indossate percelare il vero volto, maschere di cera modellate su misura per rendere sincero il sorriso menzognero di chi sapeva di mentire. Ciò che nascondevano giustificava una tale scelta? Erano davvero così accecati dall’ingannevole bisogno di nonfar male all’altra persona da non rendersi conto che era esattamente ciò che stavano facendo? Forse sentirsi a posto con lacoscienza era un obiettivo meno nobile, ma più semplice da raggiungere, e avrebbero potuto godere del momento ripensando a quanto buoni fossero stati, mentendo anche a sé stessi.

I messaggi scorrono sempre più rapidamente, le battute cambiano, il copione rimane sempre lo stesso, ma il pubblico nonse ne accorge, o forse lo sa e spera in un inaspettato sconvolgimento della trama. Ora è arrivato in cima all’elenco,l’esempio più recente, il più doloroso.

Dalle ceneri si alza ancora una volta, il suo cuore di vetro riprende a battere, sempre più forte, un’esplosione che nonpotrà mai mandarlo in frantumi riaccende i sensi: una nuova occasione, potrà andare meglio ora, potrà sentirsi meglioora.

Era stato tutto così rapido da non rendersi conto di ciò che accadeva, solo i suoi sentimenti lo guidavano e lui siaffidava ciecamente a loro. Seguiva il faro nella notte, il bagliore di una stella lontana che si avvicinava sempre di più, finoa toccarlo, a circondarlo, ad abbracciarlo con la sua luce calda e rassicurante. La sensazione di pace che provava tra le sue braccia era indescrivibile, qualcosa che non aveva mai conosciuto; non sapeva come ricambiare, era indifeso eppure sisentiva completamente al sicuro. Eppure anche lei sembrava come lui, tormentata, impetuosa, alla ricerca di qualcosa oqualcuno che avesse potuto calmare la tempesta che si agitava nel suo cuore.

Lei cercava un contenitore, uno scudo che racchiudesse quel suo sangue agitato, le contenesse; lui cercava sangue cheriempisse il suo cuore ormai svuotato per le numerose crepe.

Ma quella stella si rivelò essere una cometa, seguiva il suo cammino e non poteva fermarsi, era solo di passaggio, queldolce abbraccio era destinato a sciogliersi prima ancora di nascere, e il legame che era nato con lui destinato a morire.

Forse erano troppo simili, forse la paura ebbe il sopravvento, forse quei sentimenti così reali, vividi, erano troppo per lei,era qualcosa che non aveva messo in conto, non aveva capito che per trovare un riparo più sicuro doveva abbandonarela tana in cui continuava a nascondersi.

Forse non c’era mai stato niente, forse era stato solo un inganno, forse quei sentimenti così reali, vividi, erano nient’altroche un gioco d’ombre, ed erano spariti dopo che il sole ebbe fatto la sua comparsa in seguito a quella lunga notte.

Se le emozioni fossero state reali, non sarebbero dovute sparire così in fretta. Se le parole pronunciate fossero penetrate afondo, non sarebbe stato così facile dimenticarle. Se i gesti compiuti avessero avuto un significato, non sarebbe stato così facile separarsi.

La felicità provata, la sofferenza condivisa, gli sguardi scambiati, la scena dei due ragazzi mani nelle mani, guancia controguancia, restano nella memoria, non quella fredda e passeggera del dispositivo che tiene in mano, ma quella indelebile delcuore e lì resteranno per sempre.

Senza forze, mentre abbassa le mani per posare il cellulare, si rende conto che una triste nota accompagna questiricordi: non andrà mai diversamente, è un circolo eterno.

L’inganno è la seconda danza senza fine.

Raffaele Magno