Un giovedì sera, a Tutt’altro…

Giorgia, Fanny, Sveva, Caterina, Anastasia, Mariarita, Marco, Alessandro e Pasquale. Nove bambini, nove giovani giornalisti, nove anime pure che incrociano il mio sguardo, la mia curiosità, il mio Amore. La mia Grande Aventura, stavolta, ha fatto tappa in un laboratorio di piccoli grandi uomini, minuscoli cronisti dal cuore enorme.

Un giovedì sera, a Tutt’altro, una sera come tante altre, una sera diversa dalle altre, una sera che avrei voluto non finisse mai, con tutti loro, con i maestri Francesco e Alessandro, tutti armati di taccuino e penna per sottopormi ad un’intervista o ad un intervento chirurgico, per asportarmi un’emozione e metterla lì, a mo’ di centrotavola, per rispondere a domande comode, comodissime, perché quelle scomode si scrivono e non si dicono, c’è sensibilità, la cura di non urtare la mia suscettibilità, a loro dire “un grande giornalista” prima ancora che un disabile.

Già, perché per loro non esiste differenza, non vanno educati al confronto con la stranezza, strani sono gli adulti che si straniscono, sono i furbi, gli scettici.

Per questi nove angioletti conta l’Amicizia, quella vera, quella autentica, sono occhi innamorati della vita, è la conta fatta semplicemente contandosi, è il non dover dar conto a nessuno, poiché nessuno è davvero nessuno, chiunque ha una storia da raccontare, una felicità da meritare, un’aria fresca da respirare, un incontro da ricordare!


Articolo precedenteLesa virilità, lesa adultescenza
Articolo successivoL’odio non possiede l’intelligenza del confine
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.