La ciclovia, in campagna elettorale indicata come “Ciclopolitana”, un sistema ciclabile più ampio inserito nel documento programmatico PUMS, vede l’impegno determinato dell’amministrazione comunale di Andria, risultato della gestione complice tra l’Assessorato al Quotidiano, coordinato da Mario Loconte, e l’Assessorato alla Sicurezza, coordinato dal Pasquale Colasuonno, in una decisione epocale all’interno della città di Andria. D’uopo la menzione anche per Urban Mobility Associazione, nella figura del Presidente Antonio Leonetti, per la dedizione in prima linea sul tema della mobilità affrontata con pragmatismo ed entusiasmo. Proprio a Colasuonno e Leonetti affidiamo un commento.

Assessore Colasuonno, possiamo legittimamente affermare che la “Ciclopolitana” è realtà?

Direi proprio di sì: a brevissimo la ciclovia sarà realtà. Salvo imprevisti, i lavori partiranno a giugno e una nuova espressione del nuovo volto di Andria si concretizzerà. Questo intervento l’abbiamo immaginato nel 2020 quando eravamo solo un gruppo di cittadini, l’abbiamo inserito nel programma con cui ci siamo candidati a governare la città. Dopodiché, da assessore l’ho inserito nel PUMS, poi sono arrivati i fondi per finanziarlo ed eccoci qui vicinissimi alla sua realizzazione. Per me questa ciclovia rappresenta l’esempio della buona politica.

Dal lontano ottobre 2020 (quando il progetto fu presentato al MIT) ad oggi, quali sono stati, secondo lei, Presidente Leonetti, gli step per indirizzare, nel miglior modo possibile, un finanziamento di circa 354mila euro da parte proprio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti?

L’indirizzo del finanziamento era specifico fin dal suo stanziamento, quello relativo alla realizzazione di ciclovie all’interno del territorio dei comuni che erano dotati dei requisiti indicati dal bando e tra i quali troviamo Andria. Nella pratica, con quei soldi è possibile realizzare solo piste ciclabili e null’altro, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini, ma soprattutto di fornire a tutta la cittadinanza di una infrastruttura esclusiva per la ciclabilità a vantaggio della mobilità dolce, in controtendenza all’utilizzo sconsiderato delle automobili.

Il PNRR offre tante opportunità di finanziamento sulla Misura specifica della Mobilità Sostenibile, fornendo finanziamenti sia per la realizzazione infrastrutturale della mobilità dolce sia per il trasporto pubblico locale specificatamente per quello ferroviario. Il nostro compito è quello di diventare consapevoli affinché questi finanziamenti siano in primis intercettati attraverso idee e progetti e successivamente utilizzati per mettere in pratica le diverse azioni all’interno di una visione più ampia.

Cosa significa per Andria, in termini pratici e sostenibili, veder realizzata la sua prima pista ciclabile nel centro cittadino?

L: Per me significa passare dalla retorica vuota sulla mobilità sostenibile all’implementazione concreta di quest’ultima. Significa offrire lo strumento principe per far partire quella rivoluzione culturale e di costume che tutti da sempre invochiamo ad Andria: cioè smettere di usare l’auto per qualunque cosa e iniziare girare con altri mezzi. Insomma, significa colmare la distanza fra il dire e il fare. Tutti i casi a livello nazionale e internazionale dimostrano che interventi di questo genere hanno sempre cambiato in meglio la qualità della vita dei cittadini, e allora perché non provarci anche noi? Certo alcuni (pochi per la verità) sono spaventati dal cambiamento che potrà esserci, ma sono convinto che in breve tempo la mutazione in positivo convincerà anche loro.

Il concetto di inclusività si sposa bene con la visione pedonabile della ciclovia, promossa dal PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)?

C: Rimango a livello tecnico: il Pums programma una serie di azioni a livello globale (linee urbane, mobilità dolce, parcheggi, park&ride, e tanto altro) e l’attuale ciclovia è una delle linee pensate e riportate all’interno di tale documento.

Il progetto della ciclovia è diverso in toto da quelli ai quali siamo stati abituati (per esempio le piste ciclabili site in Corso Cavour e nella zona 167) poiché applica le norme presenti nei vari decreti-legge e nel codice della strada ad oggi aggiornate e vigenti, apportando considerevoli miglioramenti.

La frustrazione che la mobilità di oggi sta generando in noi, conseguenza di scelte del passato, sarà calmierata solo con la messa in pratica del Pums: solo in questo modo raggiungeremo una reale equità nella fruizione delle strade. L’obiettivo deve essere utilizzare lo spazio “Strada” in modo democratico ed equo tra tutti i mezzi di trasporto che conosciamo: oggi, purtroppo, l’automobile che occupa in media 10 – 12 m2 di superficie, monopolizza gli spazi della collettività e in aggiunta produce inquinamento.
Dobbiamo partire da questo concetto, cioè generare nelle nostre strade sia equità sia inclusività dei diversi mezzi affinché si coabiti con serenità lo spazio comune.

Non nascondiamo il fatto che nella pratica sia impossibile applicare nel breve periodo questi concetti e non sarà facile generare consenso dalle azioni che stiamo mettendo in pratica. Sicuramente dico una cosa ovvia, queste azioni, come tutte le azioni di tematiche differenti, renderanno felici alcuni e meno felici altri.

Tuttavia, la mobilità sarà sempre più un tema quotidiano e dibattuto, pertanto è importante schierarsi a favore della consapevolezza per contrastare l’utilizzo dell’auto e a favore delle alternative.


Articolo precedenteMark Knopfler
Articolo successivo“For the World you were a soldier, for us you were the World”
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

LASCIA UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here