Il 19 febbraio 2015, i tifosi olandesi del Fayenoord devastano Piazza di Spagna danneggiando il candelabro centrale della Fontana della Barcaccia e appiccicando per la capitale un adesivo shock con la sigla dei Fayenoord e l’immagine della Lupa romana decapitata. L’accaduto viene bollato con termini quali “il nuovo sacco di Roma” e “ barbari”. Tali citazioni rimandano a un’epoca storica, il Medioevo, contrassegnato dalle invasioni barbariche da parte di popoli stranieri che non rispettano leggi ed istituzioni civili dei territori dominati dell’Impero Romano, dando luogo a saccheggi e uccisioni.

La rappresaglia olandese è apparsa una vera e propria ondata barbarica. Analogo episodio ebbe luogo nel 547, quando Totila, re dei Goti, aveva deciso di radere al suolo Roma; Belisario, generale bizantino, spedì presso di lui messi con una lettera in cui diceva: “… e Roma fra tutte le città quante ve n’ha sotto il sole è riconosciuta la più grande e la più magnifica … Così, poco a poco edificando quella città che tu vedi, gl’imperatori la lasciarono ai posteri qual monumento del valore di tutti. Nel caso tu sia vincitore, se tu distruggi Roma, non la città di un altro avrai tu rovinato, ma la città tua; conservandola invece, sarai ricco del più bello fra tutti i possedimenti… nel caso tu la distrugga, non rimarrà alcun motivo di umanità verso di te, oltreché il ciò fare non potrà esserti di alcun pro”.

Totila, letta più volte la lettera e fatta matura riflessione su quegli ammonimenti, si capacitò e non fece più alcun male a Roma. La lettera rappresenta, dunque, un importante spunto di riflessione sulla tutela dei Beni Culturali, i quali ancor oggi in Italia vengono lasciati alla mercé della cattiva gestione dei pochi fondi disponibili e dell’insensibilità delle amministrazioni locali che non garantiscono la giusta tutela e sicurezza, come nel caso del mancato coordinamento tra le forze dell’Ordine in occasione dell’ondata olandese che ha reso Piazza di Spagna una discarica a ciel sereno.

Altro caso degno di nota è quello di Pompei. L’antica città è soprafatta da un immutato destino drammatico, una sorta di “maledizione”, che la vede protagonista per l’ennesima volta di un progressivo logoramento causato da continui crolli. L’ultimo dei trenta avvenuti negli ultimi cinque anni si è verificato il 4 febbraio 2015 presso la Casa del Centauro.

Persino il Castel del Monte non gode di corretta conservazione e valorizzazione; il castello, patrimonio dell’Unesco, denominato la “fortezza dei misteri”. Altresì è oscuro il modo per raggiungere tale sito poiché, nonostante ci sia un servizio navetta, questo è limitato in quanto entra in funzione dal primo aprile al primo novembre: per i restanti mesi si procede autonomamente e qualora alcuni stranieri volessero avere informazioni più dettagliate presso l’Ufficio della Pro Loco non è consigliabile andare la domenica giacché troverebbero l’edificio chiuso; non resta nient’altro da fare che confidare sulla buona fortuna e su un discreto servizio gratuito di Andria Wifi.

Secondo Marcel Proust, “La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli”.

Sembra proprio pensasse ai nostri giorni…

Dal canto suo, l’on. Bossa, ex sindaco di Ercolano, dichiara: “Manca il sistema. Manca un progetto. Se non capiamo che la risorsa si mette a frutto organizzandosi, non usciremo mai dall’improvvisazione e mai daremo il giusto valore alla fortuna di essere l’Italia”.

D’altronde, molti si considerano italiani solo in vista dei Mondiali di calcio.