Un classico dell’antichità, il labile confine che separa tragico e comico viene rappresentato da Massimo Civica e i Sacchi di Sabbia nella loro ultima opera “Andromaca in Euripide”.

Tale rivisitazione, in scena presso la Biblioteca Comunale il 22 e 23 settembre, poggia le basi su intrecci già ampiamente conosciuti.

Con Neottolemo via da casa, sua moglie Ermione decide di vendicarsi della sua schiava Andromaca (da cui Neottolemo ha avuto un figlio), anche grazie a suo padre Menelao, arrivato appositamente da Sparta. Gli eventi scorrono veloci ma quando Andromaca trova riparo nel tempio di Tetide, un messaggero annuncia che Neottolemo è stato ucciso in battaglia.

Nella produzione euripidea, Andromaca rappresenta un testo sui generis. Non esistono eroi, le persone smettono di essere straordinarie e attendono l’intervento di un deus ex machina che giunga a salvarle. Tra disillusioni e macabre speranze, a prevalere sembra l’incapacità umana nel risolvere fallaci diatribe.

Il concetto di vendetta, qui, si sposa bene con l’intenzione di essere ciò che non si è.  Tutti si proiettano addosso il ruolo di spietati assassini ma, in realtà, è solo un’illusione, una truce chimera di chi pretende, invece, di vedere accertati i propri desideri, di arrogarsi il diritto alla felicità, e poco conta se per ottenerla si utilizzano mezi poco leciti, l’umanità, in ogni caso, non perderebbe quei crismi di fragilità che la caratterizza.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.