Ulisse è un comune uomo di provincia, incattivito dalla vita, dalle proprie sconfitte e dalla consapevolezza di essere disperatamente solo che pensa, dice e fa cose orribili. È mosso da passione che conduce all’autodistruzione. In occasione del 27° Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, lo spettacolo “Ulisse, Macerata” di Fiammetta Carena, ci viene raccontato dal protagonista della Compagnia del Sole, Luigi Moretti.

Ciao, Luigi. Perché Ulisse da Itaca si trasferisce a Macerata?

Macerata è una sensazione, un luogo dove l’espressione dialettale raggiunge un’immediatezza estrema e grottesca. L’omonimia e la similitudine del viaggio, qui, sono solo un espediente letterario per un personaggio non troppo desolato.

“Un conto è essere avidi in un mondo piccolo, un conto è essere avidi in un mondo grande”. Credi che l’arrivismo umano sia relativo al contesto nel quale si vive?

L’uomo è avido perché onnivoro, anche a causa dell’habitat. New York e Ruvo di Puglia, con tutto il rispetto, sono realtà ben distinte nelle quali far germogliare il seme della sicumera.

La passione che muove l’Ulisse che interpreti cresce o muore negli amori che incontra durante il suo viaggio?

Nella scena dell’incontro con Calipso in un locale di lap dance, Ulisse prova un amplesso metaforico che lo conduce allo sfinimento di se stesso. Eros e thanatos si mescolano. “Vorrei morire, Calipso, qui, senza neanche combattere…”. Tutti i suoi slanci si traducono in morte, stasi, fermezza. Ulisse guarda le Sirene e torna bambino, fino al loro rifiuto, un diniego che provoca violenza.

Progetti futuri?

Con la Compagnia del Sole stiamo provando “Le tre sorelle” di Cechov.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.