Metafora del decadimento della società contemporanea, realizzata appositamente per  il 27° Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, il “Golem” è un’opera dell’artista Dario Agrimi che, ai nostri microfoni, spiega la genesi ed il messaggio dietro questa imponente creazione scultorea dalle fattezze umane

Ciao, Dario. Chi o cos’è il Golem?

Il Golem è la metafora del decadimento della società contemporanea, troppo interessata a guardare e giudicare. Si è scelto di non agire e non provare a migliorare. Siamo spettatori inerti del nostro tempo.

Dalla sua genesi al Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, qual è stato il suo percorso?

L’opera è stata ideata e realizzata appositamente per il Festival. La genesi di questa creazione deriva dall’osservazione e dall’analisi degli accadimenti che hanno caratterizzato il corso di quest’anno. Dalla attenta lettura delle modifiche del comportamento umano avvenuto nel corso del tempo.

Degrado e cambiamenti climatici, può l’essere umano tirarsi fuori dalla melma sociale in cui vive?

In parte siamo artefici del nostro destino. Purtroppo siamo ciechi e sordi a volte, la consapevolezza della nostra esistenza limitata dal tempo rende il genere umano egoista, cattivo e poco lungimirante. È nella nostra natura la capacità di distruggerci. Lo abbiamo capito da secoli. Centinaia di libri di storia lo ricordano. I telegiornali di ogni giorno lo ricalcano. Ma niente. Si continua a perseverare nell’errore. Purtroppo si combatte un nemico invisibile. L’ignoranza. Si tende ad agire solo quando si è coinvolti in prima persona in qualcosa. Ignorare di essere coinvolti fa in modo che il tutto accada e si evolva molto rapidamente. C’è sempre altro da fare. Capiremo che è troppo tardi solo quando non avremo l’opportunità di fare altro. Solo quando sarà finita. Ci chiederemo cosa abbiamo fatto fino ad ora. Abbiamo fatto finta di guardare. Vedere non è guardare. C’è una differenza enorme. Chissà chi sarà in grado di coglierla…

Progetti futuri?

Tanti progetti futuri. Tantissimi, ma non ne svelerò nemmeno uno. La sorpresa è metà dell’opera.

Sicuramente mi impegnerò a “guardare” sempre più attentamente ciò che mi circonda e chi lo popola, in attesa di essere sorpreso.


FontePhotocredits: Dario Agrimi
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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.