Italyís Interior Minister and deputy PM Matteo Salvini (R) and Italyís Labor and Industry Minister and deputy PM Luigi Di Maio gesture during the swearing in ceremony of the new government led by Prime Minister Giuseppe Conte at Quirinale Palace in Rome on June 1, 2018. Italian cabinet members of the new government led by newly appointed Prime Minister Giuseppe Conte have been sworn in, after a last-ditch coalition deal was hammered out to end months of political deadlock, narrowly avoiding snap elections in the eurozone's third largest economy. / AFP PHOTO / Alberto PIZZOLI

Bugia! Il primo è un martire, il secondo si barcamena…

Dalla nascita del governo gialloverde, quattro mesi fa, continua la discussione: è razzista un ragazzo che spara ai negri? Ma no, è un cretino, è un esibizionista, è un maleducato. Poi arriva la nave Diciotti, che vede in campo, petto in fuori comunque, il ministro di Polizia, Salvini. Ai disgraziati è impedito lo sbarco, nonostante siano in un porto italiano, Catania, su una nave italiana. È razzista Salvini? Per me sì, per i suoi tifosi no e neanche per coloro che non sono suoi tifosi e pensano che il Problema (maiuscola) per gli italiani siano i negri. Poi arriva l’inchiesta sul diniego del ministro, i magistrati pensano che il Dioscuro numero uno abbia sbagliato e lo mandano a processo al tribunale dei ministri. Lui pronto a porgere il capo alla ghigliottina. È razzista Salvini? Ma no! Addirittura è un martire!

E il Dioscuro numero due, il Giggino Di Maio, che fa? Si barcamena, un occhio a Salvini e un occhio al magistrato, in un esempio preclaro di strabismo politico, che lascia il dubbio: il ministro ex birraio è razzista o no? Nel M5S alza la sua flebile voce il povero Fico, presidente della Camera, per dire qualcosa di umano. Ma si capisce subito che, nomen omen, non conta un fico. La cavalcata del ministro anti-immigrati continua ogni giorno per la Penisola e per l’intero mondo. La sinfonia è la solita: Salvini minaccia l’Europa per i negri invasori, Di Maio minaccia l’Europa e Tria perché il reddito di cittadinanza s’ha da fare, costi quel che costi. Altro che vincoli, debito e balle varie! Il povero Tria resiste. Mentre Casalino, portavoce del fantasma del Gargano, Conte, annuncia la ramazza per tutti gli alti funzionari del Ministero del Lavoro che complottano contro il reddito di cittadinanza. Il Duce è in arrivo sul binario 1.

“Siamo con i poveri”. La ricetta mette insieme tutti, anche noi naturalmente. Ma i soldi non bastano, quel testone di Tria e dei suoi accoliti insistono su questa barzelletta del debito, del tetto da non superare, del 2 per cento o dell’1,6. Gli italiani poveri sono 5 milioni, i soldi possono bastare per tre milioni o poco più. I Dioscuri del Cambiamento trovano la quadra. Niente aiuti ai poveri che erano immigrati e che adesso sono residenti a norma di legge, con famiglia, figli e con diritti. Sono un milione e mezzo. Che si arrangino, che si fottano, che vadano a rubare. Prima gli italiani! Anche quelli che in un anno hanno evaso l’IVA per 36 miliardi di euro (ripeto 36 miliardi).

Ecco trovato l’escamotage che mette insieme i principi fondanti del Cambiamento: a Di Maio il reddito di cittadinanza, a Salvini la lotta ai negri. A noi, o almeno a me, la certezza che i razzisti non lasciano, raddoppiano. E il povero Fico? Voterà in Parlamento questo obbrobrio incostituzionale? E Mattarella? Lo promulgherà?


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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).