Imprenditoria

Imprenditoria giovanile, … cominciamo dalla fine: la giovinezza non è solo un dato anagrafico. Si può essere giovani a 80 anni e vecchi a 20. Essere giovani è innanzitutto una dimensione dello spirito e poi, ovviamente, anche del corpo. Significa coltivare la curiosità, mantenere l’attitudine a sperimentare, non aver paura di mettersi in gioco.

E, mai come oggi, significa scommettere sulla qualità, sulla creatività, sull’innovazione: è questo il primo “capitale” da investire per diventare un imprenditore di se stesso e scegliere un lavoro a propria misura e secondo i propri valori, senza dover dire ogni giorno: “signor sì!”

Naturalmente, mettere su un’attività imprenditoriale non è come bere un bicchier d’acqua, ma anche le azioni più complesse possono diventare semplici, se si segue un metodo e le si suddivide in fasi successive. Ad esempio, se si crede di poter immediatamente “far cassetta”, si è già in errore. Perché un’impresa diventi redditizia, occorre come minimo mettere in conto almeno un anno da spendere in creatività, nella costruzione di una propria visibilità e nel tessere una adeguata rete di contatti.

Il web paga sempre, ma solo su tempi lunghi e se si è capaci di attraversare e superare i periodi di stanca. Si suggerisce di prendere nota: i problemi non sono un ostacolo, sono una risorsa, un’occasione per crescere e migliorarsi. “Resilienza” non è solo una parola alla moda, è una parola magica che nasconde una grande verità. Resilienza vuol dire imparare a trasformare in energia positiva tutte le negatività ed avere, così, a disposizione una scorta inesauribile di vitalità.

In tanti ci sono riusciti e, a tal proposito, quel che conta non è essere “il primo”, ma essere se stessi ed esserne felici, il che è come dire “essere vincenti”.

Orazio diceva “carpe diem”: tanti lo intendono come “goditi la vita”, ma forse il poeta intendeva “non sciupare la tua vita”, non lasciare che scorra senza averci provato e, ad esempio, non rischiare, di qui a trent’anni, di dover rimpiangere un lavoro autonomo che avevi a portata di mano e ti sei lasciato sfuggire, regalando ad un altro la tua forza e creatività, in cambio di un modesto salario.