“Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone” (Yun Men)

Una teoria filosofica insinua il dubbio che pochi si trovano nel posto che gli spetterebbe in base alla propria natura e attitudine. L’accesso alla funzione del potere non è regolata da norme precise per cui può capitare che determinati individui facciano cose per cui sono meno dotati, a causa di circostanze accidentali. Il cosiddetto caos sociale.

Vi chiedete mai se ciò che sentiamo e vediamo, ci raccontano con dovizia di particolari, abbia la consistenza della verità?

Una verità su Giulio Regeni ed una da molti più anni su Aldo Moro perché un corpo in un bagagliaio e dei pupazzi rivoluzionari manovrati, non sono che un indizio. Neanche dei resti umani su cui piangere o pregare nel caso di Emanuela Orlandi: solo mia la sensazione che hanno aperto tombe in cui sapevano avrebbero trovato il nulla? Un aereo precipitato con passeggeri a bordo a nord dell’Isola di Ustica. Bambini in una prospera e civile regione del Nord Italia, rapiti da presunti e cattivi Mangiafuoco, sottratti ai loro genitori da istituzioni pubbliche deviate. Ci danno motivi di temere il peggio, ci confondono, impauriscono perché si fugga in ogni direzione e ci si rifugi nelle braccia di salvatori e profeti improvvisati.

Siamo gente che simula la democrazia votando su di una piattaforma online: comodo sentirsi sovrani quando c’è connessione, imperatori per qualche minuto di un regno social in cui vige la pena di morte della scomunica sociale e umana. Una sorta di autogoverno del popolo. Farci credere che possiamo governarci da noi stessi.

Una verità riguardo un delitto brutale, l’omicidio di un giovane uomo, un carabiniere di 35 anni, insinua il dubbio che l’essere umano non riesca a resistere all’istinto di prevaricare sul prossimo per vendetta o ira: un po’ di aspirina tritata o altro, auguriamoci non pregiudichi la capacità di intendere e di volere di chi ha impugnato un’arma occasionale. Ferisce senza uccidere persino il populismo che è sinonimo di demagogia, ovvero ottenere il consenso del popolo facendogli credere che gli si darà qualcosa per cui vivere: un nemico comune da giustiziare per dimenticarsi di tutti i patimenti e le frustrazioni personali. Prima che si scoprissero i colpevoli in due ragazzi americani, si doveva inseguire, braccare, suggestionare il tribunale del popolo senza lauree e concorso, suggerire la colpevolezza di uno straniero senza lavoro forse spacciatore. Distribuire il risentimento nei social media, luoghi in cui sia la compassione sia l’odio vengono condivisi istantaneamente, senza i filtri dell’intelligenza e del buonsenso. Fabbricare attraverso specialisti della comunicazione un’opinione utile per ogni situazione.

Cosa cambierà la nazionalità di questi carnefici? Per il Codice Penale italiano devono rispondere delle loro azioni e conseguenze allo Stato italiano e non a quello di appartenenza. Possiamo confidare che le ragioni diplomatiche non aggiustino situazioni compromettenti? La Magistratura è un potere indipendente. La certezza della pena.

Difficile argomentare una qualche difesa, apologia, della politica che è la carta igienica del culo di questo paese Italia governato dalla precarietà, talvolta da malpensanti e da leggi inique, da private interpretazioni del diritto. Ma anche da gente buona, onesta, eroi comuni, luoghi incantevoli, pane dolce e salato, frutta succosa.

Il popolo vuole essere prima adulato, conquistato, poi con calma guarda nel proprio frigo affamato.