La chitarra di Mark Knopfler, all’apice della fama e del successo, rende omaggio ad un grande poeta nascosto nel grigiore di un lavoro mediocre

Nel 2015, ormai più che sessantenne, Mark Knopfler compone “Basil”, che racconta di quando, da ragazzino, a Newcastle, sua città natale, lavorava di sabato pomeriggio come copista, con una paghetta di sei scellini e sei pence al giorno. All’epoca era un ragazzino spavaldo (“a jack and a lad”), che stava facendo le sue prime “conquiste”, baciando le ragazze di Gateshead. In redazione vede un tipo strano, che non veste come gli altri viceredattori camicie di nylon, ma un maglione blu sdrucito, un vecchio montgomery e l’immancabile sciarpa. Fuma sigarette senza filtro: si vede benissimo che si annoia a scrivere insulsi pezzi di cronaca. Però deve farlo, perché “anche i poeti devono mangiare”.

A distanza di mezzo secolo Knopfler si ricorda della propria spavalderia e della scarsa considerazione per quel viceredattore un po’ strambo ed assente. Si ricorda e quasi si vergogna perché aveva avuto la fortuna di lavorare accanto a chi è considerato uno dei più grandi poeti del Novecento: Basil Bunting (1900-1985), ammirato da Ezra Pound, da Jack Kerouac. Proprio in quegli anni Bunting pubblicava “Briggflats”, considerato il poema lungo più importante della letteratura anglosassone dopo “The waste land/La terra desolata” di Thomas S. Eliot.

Basta guardare in rete uno dei rari filmati su Basil Bunting per intuire il fondamento della sua poetica: la poesia va recitata ed ascoltata dalla viva voce del poeta. Basil tornava così alle radici della creazione poetica.

Ed ecco i suoi consigli per giovani poeti:

  • Comporre ad alta voce. La poesia è suono.
  • Variare il ritmo abbastanza da suscitare emozioni, ma non tanto da perdere l’impeto.
  • Usare termini e sintassi della lingua parlata.
  • Temere gli aggettivi, perché fanno sanguinare i sostantivi. Detestare la forma passiva.
  • Gettare a mare allegramente gli ornamenti ma mantenendo una forma.

Poi metti da parte il testo fino a dimenticarlo. Infine:

  • Taglia tutte le parole che hai il coraggio di tagliare.
  • Rifallo una settimana dopo. E poi di nuovo una settimana dopo.
  • Non dare spiegazioni al lettore – il lettore è intelligente quanto te.

Mark Knopfler ha saputo cogliere il senso profondo di quello che Basil Bunting stava vivendo al Chronicle con i suoi pezzi di cronaca da quattro soldi, lui, grande poeta:

What he wouldn’t give just to walk out today
To have time to think about time
And young love thrown away.

Cosa non darebbe per andarsene in giro oggi/ avere tempo per pensare al tempo / e all’amore di gioventù gettato via.

Bury all joy
Put the poems in sacks
And bury me here with the hacks.

Seppellire tutta la gioia/ mettere le poesie nei sacchi / e seppellirmi qui con i pennivendoli da strapazzo.

La chitarra di Mark Knopfler, all’apice della fama e del successo, completa poi l’omaggio ad un grande poeta nascosto nel grigiore di un lavoro mediocre.

Del medesimo autore, leggi il precedente articolo su Mark Knopfler:

Mark Knopfler


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Sono nato a Barletta nel 1956; ho insegnato Lettere per 23 anni e sono stato dirigente scolastico dal 2007 al 2023. Mi sono dedicato allo studio di vari aspetti della storia locale e sono membro della Società di storia patria per la Puglia; ho censito, trascritto e tradotto le epigrafi di Barletta. Per i tipi della Rotas ho pubblicato il romanzo-saggio “Ricognizioni al giro di boa”. Da molti anni mi interesso di religioni (specialmente il Buddhismo Mahayana) e di dialogo interreligioso. Ho avuto la fortuna di avere tre figli e ora di essere anche nonno! Da settembre 2023 sono in pensione: si dice tecnicamente "in quiescenza" ma è un po' difficile fermarsi. Gioco a tennis, mi piace molto viaggiare e credo molto nel lifelong learning. Sono stato cooptato in Odysseo da Paolo Farina :) e gli sono grato per avermi offerto uno spazio per parlare di scuola (e non solo) fuori dall’ambito formale/ istituzionale.

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