La personale di Leonardo Lonigro

La personale di pittura di Leonardo Lonigro, “L’ipocrisia non ha cuore”, è uno sguardo che l’autore offre al mondo e sul mondo, sono gli occhi di un artista che ha reso grande la città di Andria, è la sua passione applicata ad una tavolozza di colori, l’espressione cromatica di un lavoro incorniciato di amore e resilienza.

Leonardo è così, tange i cuori per accarezzarli, ci educa alla bellezza impregnata di acrilico, acquerello ed olio, una tecnica mista dipanata lungo le diciotto opere della sua mostra, è la perspicacia che si fa accoglienza, la diversità che prende forma in una sinergia editoriale. Lo ammiro lì, in un angolo, la mia Grande Avventura mi ha condotto fino a lui, alla sua bontà d’animo, di fronte a parole nostalgiche che sanno di profonda attualità.

Tanti i temi, molte le riflessioni. Elucubrazioni meditate e sofferte, nel nome dell’essenziale, o di quella Trinità rappresentata dalle rondini, marchio di fabbrica o, meglio ancora, inconfondibile griffe. Lo spettatore, inerme e sopraffatto, accetta senza fiatare le brutture terrestri, consapevole della tellurica speranza che riemerge dagli abissi di un Pianeta dilaniato e agognato, è il tramonto che prelude ad una nuova alba, il fiore che fa capolino dalla melma della finzione.

Già, la finzione. Quella maschera che indossiamo quotidianamente per celarci dietro il muro dell’infallibilità, dell’illusione accennata, della verità solo sussurrata. Noi, clown di un’esistenza alla mercè del giudizio, tristi interpreti di una felicità che va, invece, urlata al cielo, al mare, agli alberi, l’entusiasmante e viscerale rapporto che instauriamo con la Natura, morta e viva più che mai, con l’urgenza di ritrovarci davanti ad un quadro e pensare: “Grazie, Leonardo, per avermi compreso!”


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.