Se alle idee si accompagna la serietà, il successo è sicuro.

Progetti sicuri non se ne fanno: oggi è tempo di acuirsi. Visto la stagnazione dei mercati di prodotti energetici, manca la base per lanciarsi con nuove idee. L’energia! Chi ne detiene il monopolio ne fa uso distorto, colla richiesta sui mercati non fa che alzare i prezzi, da scoraggiare investimenti e iniziative. Ci sono anche alcuni settori, poi, dove vi è gran richiesta di prodotti e manodopera che non si riesce a reperire. Sembra quasi che, per mancanza di tessuto confacente, si voglia mettere una toppa inappropriata a delle “disfunzioni” sottomano.

Per ciò che riguarda il personale specializzato, atto a soddisfare la stagione estiva, sembra abbia preso il volo verso altri lidi: all’estero e meglio remunerati, piuttosto che rimanere sul suolo natio, a chilometri zero e mal pagati.

C’è un ricambio però, ma è fatto di precarietà. È dato dagli esasperati che arrivano sulle nostre sponde, spinti dalle avversità del clima e dai conflitti nei loro Paesi di origine. Questi, se da una parte si sobbarcano le imposizioni dei datori di lavoro ai medesimi gli creano degli scompensi d’immagine e di qualità pei servizi resi. Succede poiché non hanno esperienza e attitudine a dove vengono preposti.

L’Italia continua a vantarsi di essere in prima fila per l’afflusso di vacanzieri che arrivano un po’ da tutto il mondo, ma fino a quando? Al turista straniero che arriva in Italia, oltre che le opere d’arte, i tanti musei messi a loro disposizione, gli spaghetti e la pizza, c’è bisogno di mettere in primo piano i servizi e la serietà gestionale: una vera accoglienza civile. Questi “prodotti” sono diventati assai carenti e, in vari casi, assenti nel nostro Paese: bagni pubblici, trasporti, guide turistiche ben preparate e onestà intellettuale degli operatori economici in genere.

In gastronomia è importante che la maestranza sia di pianta stabile e non che ci sia improvvisazione e cambio di soggetti a non finire. Si fa presto, per chi è sul mercato, a prendere la nomea di un posto dove non recarsi. Il risparmio non va mai a pari passo con l’utile finale, ma ne è la conseguenza negativa di una male gestione dell’attività. Se non si tiene conto di un briciolo di professionalità e di serietà nel trattare bene le maestranze, si corre il rischio di bruciare il capitale investito.

Le contese umane sono dappertutto tanto che il mondo sembra rimpicciolirsi. Sembra che ne sia la causa di tutto questo inutile e dannoso scalpitare. Ma è solo uno sconcertante modo di vedere la realtà dei fatti in quanto tali, dove il malcontento nasce appunto dalla disparità: tra il lavoro svolto e la paga che un dipendente percepisce.

Il più delle volte, però, l’insofferenza non ha alcun motivo di essere. È puramente negativo vedersi sempre il proprio bicchiere mezzo vuoto senza avvertirne l’altra metà: bevuta o lasciata evaporare per negligenza o stupida arroganza. Il clima resta torbido dacché le richieste non vengono sostenute dalle offerte. Non si può pretendere che le cose non vadano a pari passo. È vero che ognuno di noi ha quel che si merita: sia per educazione al servizio, sia per saperne abbastanza sul da farsi, dove non basta un bel curriculum di presentazione, ma serve una sana e preparata propensione, una volta assunto, a svolgere la propria mansione con diligenza e serietà.

Mi viene in mente quando, mandato dall’Agenzia colla quale collaboravo e che mi presentavo sul nuovo posto di lavoro. Alla richiesta del titolare che mi chiedeva cosa avevo intenzione di guadagnare, io gli rispondevo: – Fatemi lavorare una settimana con una paga irrisoria, dopodiché potremo più facilmente definirne i rapporti lavorativi e lo stipendio. Funzionava sempre. Se si cerca un buon riscatto sociale e si vuol iniziare dal vendere lupini, bisogna che non si dia adito alla sorte, di affondare la nostra barca che li trasporta: faremmo tutti la fine della famiglia Toscano (i Malavoglia verghiani).


FonteFoto di Kookay da Pixabay
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.