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Il suggello dei maestri uruguaiani

Dal 21 novembre al 18 dicembre prossimi andrà di scena la XXII edizione dei campionati mondiali di calcio che verranno disputati in Qatar. Come ben sappiamo, per la seconda volta consecutiva, ahinoi, la Nazionale non ha staccato clamorosamente il pass per il torneo, visto che siamo campioni europei in carica.

Non sarà la prima volta che non ci saremo. La nostra prima assenza è coincisa con la prima edizione del Mondiale che si tenne in Uruguay, meglio dire, nella sola città di Montevideo.

L’idea una decina di anni prima, la scelta al Congresso di Amsterdam della  FIFA del 1928, il torneo due anni dopo in Uruguay. Finalmente la FIFA riesce a organizzare la prima edizione della Coppa del Mondo. Esistono tornei internazionali dedicati alle nazionali, già di un certo prestigio, come la Coppa Internazionale e soprattutto il torneo olimpico di calcio, che a partire dal 1900, è stato inserito tra le manifestazioni olimpiche, seppur questo sport sia ritenuto di basso livello. Ma, nelle intenzioni della FIFA, la Coppa del Mondo deve essere la principale manifestazione calcistica, e non solo. La sede scelta è l’Uruguay, che in tal modo commemora i cento anni del Giuramento della Costituzione. Non a caso lo stadio principale della capitale si chiama Centenario.

Al via quindi, per l’unica volta, alle iscrizioni. Niente qualificazioni. Ci si aspetta il boom di partecipazioni, vi si iscrivono solo in tredici, nove provenienti dal Nuovo Mondo, di cui sette dalla CONMEBOL, la massima Confederazione del calcio sudamericano: Uruguay, paese ospitante, Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù, Messico, Stati Uniti, Belgio, Jugoslavia, Francia, Romania. Mancano, oltre all’Italia che è una gran bella squadra, alcune delle nazionali più forti dell’epoca, come Austria e Cecoslovacchia, fautrici della cosiddetta scuola danubiana, Germania e gli spocchiosi inglesi, che ne resteranno fuori fino al 1950, ritenendosi i Maestri del Calcio.

Peggio per loro.

Alcune nazionali, come il Belgio, ricevono degli aiuti finanziari per raggiungere l’Uruguay da parte di Rimet, presidente della FIFA, mentre per la Romania re Carol in persona si prodiga per portare la sua nazionale laggiù.

Le squadre vengono suddivise in quattro gironi, uno da quattro squadre, i restanti da tre. Si gioca con un pallone di cuoio che provoca ferite quando è colpito con la testa, e solo a Montevideo, in tre stadi diversi : il Centenario, il Gran Parque Central e il Pocitos.

Il primo gol della storia dei campionati del mondo è di un operaio della Peugeot, Lucien Laurent, nella partita Francia Messico che rischia di essere rinviata per neve, essendo inverno nell’emisfero australe. La partita finisce 4 a 1 per i transalpini. I gironi vengono vinti dall’Argentina, dalla Jugoslavia, dai sorprendenti Stati Uniti, che annoverano tra le loro file immigrati inglesi e scozzesi, e dai padroni di casa dell’Uruguay. Ora, gli uruguaiani sono dei veri maestri di calcio: hanno vinto le edizioni olimpiche del 1924 e del 1928; “se l’Inghilterra è la madrepatria del calcio, l’Uruguay è il padre” dice qualcuno; tra le sue fila può vantare calciatori del calibro di Cea, Andrade – la meraviglia nera -, Scarone. Alla ben nota” garra”, gli uruguaiani associano un calcio tecnico e sublime. Entrambe le semifinali terminano a favore della Celeste e dell’Argentina, che umiliano nell’ordine Stati Uniti e Jugoslavia, la cui partecipazione varrà un buon piazzamento e il ricordo dell’ impresa in un film, diventata in seguito una serie, ben nota in Serbia, dal titolo “Montevideo, Bog te Video!”.

La finale è una questione di rivalità, il derby del Rio de Plata, un match ad altissima tensione. Prima della gara, l’arbitro belga Langenus, minacciato di morte, prova la fuga, viene intercettato e riportato in albergo, con la promessa di avere salva l’incolumità, e un’assicurazione sulla vita lo incoraggia nell’impresa.

Meglio non rischiare.

La partita è un’altalena di emozioni: segna Dorado per i padroni di casa, Peucelle pareggia e il leggendario Stabile porta avanti l‘Albiceleste. Pareggio di Cea al 57′, sorpasso uruguaiano con Iriarte, e sigillo di Castro per il tripudio dell’Uruguay, in una partita correttissima. I problemi si avranno dopo il fischio di Langenus: un morto e dei feriti negli scontri post gara, chiusura dell’ambasciata uruguaiana in Argentina e rottura delle relazioni tra le due confederazioni sudamericane.

E siamo solo all’inizio.

Capocannoniere del Mondiale : Stabile, 8 reti.

Classifica finale :

1.URUGUAY

2.ARGENTINA

3.STATI UNITI *

4.JUGOSLAVIA

*Per differenza reti.


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Vincenzo Pastore è un insegnante di Religione. Nel 2006 ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese. Al titolo teologico aggiunge la laurea magistrale in Relazioni Internazionali. Ha pubblicato in self-publishing due racconti brevi, Adriatica '98 (2020) e Ceneri e Cantoni (2022). Nel 2022 ha pubblicato con Abelbooks Pijan Paša. La kafana della famiglia Marković.