Aver marginalizzato lo studio del Latino e del Greco è in contrasto con le finalità della scuola pubblica
È di questi giorni la notizia che le iscrizioni al Liceo classico e al Liceo scientifico tradizionale sono calate ulteriormente.
Su questo terreno l’attuale Governo dovrebbe avviare una seria autocritica ed un accurato confronto. La caduta verticale del numero di studenti che apprendono le lingue classiche è il frutto dell’impostazione aziendalista della scuola che ha prevalso nell’era Berlusconi, con le famose o famigerate tre “I”: impresa, informatica, inglese. Ci sono poi stati dei tagli alle ore di insegnamento del Latino nei Licei linguistici e l’istituzione del Liceo dell’opzione Scienze applicate dei Licei scientifici, in cui non si studia più il Latino.
Le lingue classiche sono state considerate inutili salvo poi, dopo un ventennio, scoprire il dilagare della superficialità, dei negazionismi, dei terrapiattismi. Lo studio delle lingue classiche può invece essere un freno alle distorsioni provocate dalla comunicazione digitale.
Gustav Mahler disse: ”La tradizione non è custodia delle ceneri, ma salvaguardia del fuoco”: quello che fa specie è constatare che il “fuoco” della tradizione è oggi ridotto a marketing, a pura immagine. La destra liberale e conservatrice europea era sempre stata fortemente legata alle tradizioni nazionali: invece la destra neoliberista, da Berlusconi in poi, a parte le recenti chiacchiere sull’italianità e sul made in Italy, ha banalizzato la tradizione e ha americanizzato la scuola, tagliando le radici nobili della cultura europea, che si dipartono proprio dalle lingue classiche.
È un’ovvietà ripetere che lo studio del Latino e del Greco insegna a pensare: non è un’ovvietà dire con chiarezza che aver marginalizzato lo studio del Latino e del Greco è in contrasto con le finalità della scuola pubblica, che deve trasmettere la tradizione di cultura del Paese.
La paura dell’invasione degli immigrati, della colonizzazione al contrario, dell’islamizzazione dell’Italia è strettamente connessa con il troncamento delle radici alte della cultura italiana ed europea: la nostra alienazione, la nostra perdita di identità culturale ci fa sentire fragili e insicuri di fronte a chi, piaccia o non piaccia, dimostra di avere dei punti di riferimento forti.
Complimenti per l’articolo e condivido pienamente la tua riflessione.
Un caro saluto,
Giovanni
Benvenuti nel secolo della confusione. La scuola sembra un mercato dove tutti cercano di portare novità e cambiamenti perché questo serve solo per l’immagine, per apparire e non per essere. Ritengo che il latino e il greco siano materie scolastiche tradizionali ma sempre attuali, materie importanti che inducono a ragionare e a formare menti pensanti.