Il dott. Antonio Sasso (diabetologo) ed il nutrizionista Emanuele Bovio, affiancano la nutrizionista andriese Sara Di Bari nella creazione di un’app (versione alfa) in grado di gestire la terapia insulinica multiniettiva. Chiamata col nome “Beth”, la app si ispira al personaggio Beth Harmon della fiction TV di Netflix “La Regina degli Scacchi”, cercando di sostituirsi al diabetico nella gestione dell’insulina. A parlarcene è la stessa Sara.

Ciao, Sara. Perché avete dato il nome “Beth” alla vostra app?

BETH è il progetto di un’app che nasce ispirandosi alla serie tv distribuita dalla piattaforma Netflix, “La regina degli scacchi”, dove la protagonista Beth, appunto, si impegna ogni giorno a migliorare la propria astuzia e la propria modalità di gioco per divenire la regina assoluta nel gioco degli scacchi. Ebbene, il progetto Beth, sposando gli ideali e la caparbietà della protagonista, si impegna a vincere un nemico insidioso e astuto nella vita di molti pazienti, il diabete.

Come ci si sostituisce al diabetico nella gestione dell’insulina, migliorando la qualità della sua vita?

Vivere con il Diabete mellito non è affatto facile, richiede tempo, pazienza e impegno: obiettivo del progetto Beth sarà quello di fornire, dunque, al paziente un’assistente virtuale che suggerirà in termini di terapia insulinica e di alimentazione la scelta più adatta alle esigenze del paziente. Tutte le funzionalità saranno contenute in un’unica app, semplice e immediata da utilizzare, che consentirà al paziente di essere in contatto diretto con una rete di professionisti (telesalute) sempre pronti ad analizzare i risultati del paziente, non lasciandolo mai solo. Tutto questo sarà possibile grazie all’intelligenza artificiale (AI), che con l’utilizzo di algoritmi, renderà sempre più personalizzata e semplice la gestione e il trattamento dei pazienti, categorizzandoli e prevedendo nel breve termine la loro risposta glicemica. Aumentare, dunque, l’aderenza al trattamento e nel lungo termine, fornire al paziente gli strumenti più adeguati per una corretta educazione alimentare, sono ad oggi per noi obiettivi fondamentali e necessari.

In cosa consiste il lavoro di coordinamento svolto con l’Università di Pisa?

Il progetto Beth nasce e prende vita grazie a due studenti informatici dell’Università degli studi di Pisa, Pasquale Ferrante (Trani) e Iskender Huseynzade (Baku) che, grazie al tirocinio sostenuto presso Inera srl e coordinato da Renato Eschini (cto di iNera) e ai fondamentali consigli del loro Professore e relatore di Tesi Claudio Gallicchio, hanno potuto costruire, giorno dopo giorno, le “fondamenta” dell’applicazione Beth.

Progetti futuri?

Tanti sono gli obiettivi che possiamo raggiungere con Beth: tra i progetti futuri, sicuramente quello di far evolvere l’applicazione dalla versione alfa, oggi disponibile e a breve avviata in fase di sperimentazione, alla versione beta.
Per certo il nostro obiettivo più importante è quello di far conoscere alla comunità scientifica il nostro progetto, perché si possa collaborare insieme a rendere la vita del paziente diabetico insulino-dipendente più semplice e serena.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.