Docente dell’Università Sapienza di Roma, già ricercatore Telethon per la SLA, firma di Odysseo

Prof. Musarò. Il premio di cui è stato insignito rivela, ancora una volta, lo stretto legame comunicativo fra sport e ricerca scientifica?

Vero, sport e ricerca scientifica condividono molti valori comuni: sacrificio, spirito di squadra, sconfitte, ripartenze e vittorie. Lo sport poi è stato sempre un ottimo mezzo per veicolare messaggi di inclusione e solidarietà; lo sport è anche un importante catalizzatore comunicativo per far conoscere le ragioni e i valori della scienza ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

Esistono rimedi terapeutici per abbattere le barriere erette dalle molte patologie neuromuscolari?

Molto è stato fatto, ma molto rimane ancora da capire per curare, laddove possibile, o trattare in modo efficace le diverse patologie neuromuscolari. La scienza lavora per abbattere le barriere che tengono intrappolate tante persone nelle varie patologie degenerative; il ruolo della scienza è intanto quello di capire le cause che determinano uno stato patologico e di trovare dei rimedi efficaci e sicuri. Esistono, tuttavia, tanti altri tipi di barriere come conseguenza secondaria di una malattia; sono le barriere culturali, sociali e fisiche, le quali sono a volte molto più difficili da abbattere rispetto a quelle di una condizione patologica.

Quanto è importante un approccio determinato e combattivo per sconfiggere l’avversario e la malattia più pericolosi?

Il lavoro dello scienziato è un lavoro meticoloso, rigoroso che deve essere svolto senza pregiudizi e compromessi e con la consapevolezza che se si vuole spostare un po’ più in là i confini della conoscenza deve prediligere il dubbio alle certezze. Quando la scienza smette di usare il suo valore fondante, il dubbio, e assolutizza una scoperta diventa religione, con i suoi dogmi, i suoi limiti e le sue catene. La scienza è mestiere, rigore metodologico, fatica, sudore, poesia, bellezza, arte, passione; quale palcoscenico migliore di un laboratorio dove un’idea prende forma dalle mani sapienti di giovani artigiani del sapere …e diventa capolavoro. Come scriveva Freud: la scienza non è un’illusione. Ma sarebbe illusione credere di poter trovare altrove quello che essa non può darci. Possiamo immaginare lo scienziato come l’Ulisse raccontato da Omero, un esploratore della conoscenza che, con il suo approccio determinato e combattivo, instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso ciò che è ancora sconosciuto.

Sorridere alla vita è una propaggine di rigenerazione tissutale e proliferazione cellulare che nasce solo da uno spiccato senso di comunità?

La ricerca scientifica è l’esempio emblematico dell’effetto comunità, si vince solo se ci si sente parte di una grande squadra; si possono realizzare obiettivi importanti solo se ognuno è funzionale al benessere di tutti. Del resto, basta prendere esempio da quello che succede nel corso dello sviluppo di un essere umano; esso è il risultato di una serie di straordinari processi che promuovono interazioni cellulari sempre più specializzate per formare i vari organi, tessuti e apparati. Possiamo dire che nessuna cellula è un’isola; siamo in pratica fatti da miliardi di cellule che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto si parlano, interagiscono e si moltiplicano secondo equilibri rigorosi e stabiliti. E quando qualcosa in questo fantastico equilibrio fallisce, l’intero organismo può soccombere. Traslando quanto avviene nel corso dello sviluppo embrionale e nel corpo umano alla vita sociale e politica possiamo immaginare la vita dell’uomo all’interno delle dinamiche di un ecosistema dove ogni essere vivente svolge un ruolo ben preciso per il benessere comune. John Donne scriveva: “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Abbiamo avuto modo di discutere di tutto questo in una delle edizioni della Festa della Scienza che organizziamo ogni anno con l’associazione culturale Apertamente e l’Istituto Pasteur-Italia, con lo scopo di condividere conoscenze, saperi, buone pratiche al fine di costruire una società migliore partendo dal metodo scientifico. Effetto comunità, per l’appunto, capace di proteggere da crisi sanitarie, politiche ed economiche e da pandemie di pericolosa ignoranza.

A chi dedica il riconoscimento “Lo sport, un sorriso per la vita …oltre barriere e frontiere”?

Dedico questo premio a tutti coloro che mi hanno da sempre sostenuto, soprattutto la mia famiglia. È capitato tante volte di aver dovuto sacrificare del tempo, ma ho sempre trovato un incoraggiamento a non mollare, condividendo con le persone più care gioie e frustrazioni. Condivido inoltre il premio con i miei validissimi collaboratori, i tanti giovani, ricercatrici e ricercatori, postdoc, tecnici e studenti con cui ogni giorno ‘scendiamo in campo’, come una squadra di calcio, pronti per fare la nostra partita del cuore; sperando di fare un goal più dell’avversario!


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.