Padrone dell’orizzonte
Castel del monte declama
il verbo della solitudine.
Alla sua tersa sintassi
Lo sgargiante ciclista nella lontananza
s’inebria
alla sua aria araba.
Nell’affanno della salita
cresce la consapevolezza
di un paesaggio che alle sue spalle si distende,
disvela l’ottobrino azzurro
di un dolcissimo Adriatico.
Alzarsi in piedi sui pedali
e dispiegare una forza piena d’allegria,
di giovanile sfida all’incalzare
degli anni.
Il castello libera tutta l’energia
della pietra, si libra
Ti porto l’ossequio di un orizzonte
di campi scoloriti,
di lontane città
adagiate
lungo il perimetro del mare.
Ti porto l’omaggio della mia fatica.
Resisterai all’inerpicarsi degli autunni,
agli schiaffi del vento,
allo sfacelo lento,
alla deriva
che ci attende.