Oh come s’allungava il filo teso
Con l’aquilone e il vento maestrale
Che lo spingeva tanto più lontano
Tra i tanti cirri senza più speranze…

Tirava il filo teso tra le mani
Pungendo i miei pensier di fantasia
Ma spaurava il cuore dentro al petto
Col sogno che volgeva al primo albore…

Sembrava un aquilone, forse un nibbio?
Volea ghermir nel cielo la colomba?
Ma il cielo ormai spessito dalla guerra

Già confondeva il nibbio con l’aliante
E il sogno si scuoteva la reggenza
Tra i cirri neri in cerca della luce.

22/03/2024


FontePhotocredits: https://s3.animalia.bio/animals/photos/full/original/red-kite-milvus-milvus.webp
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.

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