
Non passa giorno, che media nazionali e giornali di ogni genere, non annunciano episodi di violenza, odio e morte nei confronti di una donna. In questi ultimi giorni si è perso il conto di episodi, macabri e assurdi, commessi nei confronti del gentil sesso.
Noemi di Specchia, Nicolina di Ischitella, la dott.ssa della guardia medica di Catania; tragedie accomunate da un fil rouge: le prevaricazioni di genere di uomini su persone vulnerabili. Per contrastare questo fenomeno sociale dilagante, umanamente incomprensibile, è bene che gli organi preposti alla divulgazione di cultura e senso sociale si facciano promotori di programmi di prevenzione.
L’implemento necessario di misure preventive in difesa di soggetti socialmente deboli come le donne, ci dovrebbe fare riflettere, perché la temperatura della realtà femminicida dominante, nella nostra società italiota, diventa sempre più alta, e un paese civile e democratico, invece di osservare dalla finestra dell’indifferenza questa deriva umana, deve essere promotore di educazione e sentimenti.
Certo, le agende politiche di oggi sono intrise solo di interessi, salari, mazzette, compromessi e soprusi ed è evidente quanto la simulazione mediatica, da parte di personaggi pubblici, a difesa di ogni tragedia, rende la persona vulnerabile merce di valore per un proprio tornaconto elettorale. Oltre a rendere evidente la mercificazione della persona nella piazza delle ciance, si trascurano del tutto, i valori su cui si fonda la nostra Italia.
Lo Stato si fonda sulla Costituzione Italiana e nelle sue Istituzioni rappresenta l’educatore per eccellenza, il leader di iniziative profumate di Verità, Giustizia e Bellezza, nella prospettiva di arginare il male e far crescere il bene comune. Certo tanti, sono i convegni, le giornate, le divulgazioni, che vengono promosse dallo Stato e dalle sue Istituzioni per l’accrescimento di virtù comuni, per la difesa dei diritti della persona, ma parimenti c’è bisogno di più incisività per la trasmissione di tutto questo. Un formatore deve accorciare le distanze, si deve fare prossimo al formando, lo deve motivare nelle idee e aiutare nella scoperta delle passioni profondamente umane, sane e costruttive.
Non si può ignorare il fatto che vi sono numerosi segnali di pericolo intrisi di violenza, che le Istituzioni sembrano non cogliere. Tutti ci sentiamo indifesi, e difatti la collettività ne risente e porta su di sé ferite profonde e sanguinanti. Ferite che sembrano non rimarginarsi così facilmente, se pensiamo che riflessioni sul femminicidio e sulla violenza di genere sono sempre attuali ed il numero di casi non sembra diminuire. Solo un anno fa, ci ritrovavamo a parlare ed a commentare dei tragici casi di Sara, Federica, e tante altre come loro, che hanno commesso “l’errore” di ribellarsi ad un uomo troppo violento o insistente.
E allora, davvero, la necessità di interventi concreti di prevenzione e di tutela da parte di tutte le Istituzioni e della comunità in generale, diventano una priorità, un bisogno fondamentale. Solo così, probabilmente, potremo sperare in un futuro, non troppo prossimo, in cui di questi annosi accadimenti non ne sentiremo più parlare.
“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato”(Èlie Wiesel).