Se la coalizione dovesse essere riconfermata, l’AFD, il partito neo-nazista, diventerebbe, di diritto, l’unico grande oppositore al Governo, segnando, pericolosamente, con il suo 13% alle urne, la strada ai forti venti populistico-protezionistici che soffiano in tutta Europa.

Voto in Germania. C’era da aspettarselo. No, non ci riferiamo solo alla vittoria della Merkel alle nuove politiche tedesche. Che la Cancelliera in carica si avviasse al suo quarto mandato lo si era capito già da tempo, troppo alto lo scarto del CDU sull’SPD dell’ex presidente dell’EuroParlamento, Martin Schultz.

C’era da aspettarselo. La Grande Coalizione ha iniziato a vacillare su temi come immigrazione, lavoro e finanza e, anche se, dopo la ratifica degli exit poll, la Merkel non ha escluso di potersi sedere, ancora una volta, al tavolo delle trattative, l’incerto strascico post-elettorale ha finito per agevolare l’ingresso nel Bundestag del partito di estrema destra, Alternative fur Deutschland.

Se la coalizione dovesse essere riconfermata, infatti, l’AFD diventerebbe, di diritto, l’unico grande oppositore al Governo, segnando, pericolosamente, con il suo 13% alle urne, la strada ai forti venti populistico-protezionistici che soffiano in tutta Europa.

Ipotesi che pare aver spaventato persino la presidentessa dell’AFD, Frauke Petry, chiamatasi fuori da ogni logica razzista. La Petry, in totale disaccordo con i co-fondatori  e capilista di “Alternativa per la Germania”, Alice Weidel e Alexander Gauland, ha rassegnato immediatamente le proprie dimissioni, schierandosi apertamente dalla parte più solidale e moderata della Germania, una folla scesa in piazza per manifestare contro la vergogna nazista di un Paese che, a differenza del 2013, ha deciso di non astenersi e di abbracciare un pezzo di storia che tutti avremmo voluto dimenticare.

Secondo il leader del Congresso Ebraico Mondiale, Ronald Lauder, “l’AFD incarna un movimento reazionario che ricorda il peggior passato della Germania”. Il rischio, come detto, è che, d’ora in poi, Alternative fur Deutschland occupi posti chiave nel sistema legislativo teutonico, opzione plausibile visti i 470mila voti raccattati dal Socialdemocratici (SPD), i 400mila strappati alla Sinistra radicale della Linke ed oltre le 40mila preferenze sottratte ai Liberaldemocratici dell’FDP.

Curiosi di vedere quanto il modello tedesco regga le sfide europeistiche degli ultimi anni, non ci meraviglieremmo se al potere salissero dissapori e disumane tendenze xenofobe, teorie che si celerebbero dietro le valorose ma trasparenti maschere dell’integrazione, della sicurezza e della coesione sociale.

L’epoca di guerra, insomma, sembra tutt’altro che finita e, purtroppo, c’era da aspettarselo…