
Si sentì viva, la luce aveva attraversato anche lei…
Le strade erano piene di gente quel giorno. Camminava di corsa come se ci fosse un posto ad attenderla. Voleva solo raggiungere il mare e farsi inebriare dal suo profumo. Il mare apriva gli orizzonti e il cuore, lasciava spazio alla speranza.
Forse, le molecole di iodio che penetrano nelle narici si mescolano con i nostri umori depositando in fondo al cuore piccoli atomi provenienti da chissà dove: i sogni di un bambino che gioca con la sabbia, i desideri di una donna lanciati nell’acqua come sassolini, il riflesso di una stella cadente che con la sua scia consegna un messaggio dall’Universo.
Era immersa in questi vagheggiamenti, appoggiata alla ringhiera del lungomare, quando le si avvicinò un cane. Si chinò e iniziò ad accarezzarlo: aveva gli occhi dolci e un po’ tristi. Poi una voce lo richiamò: “Shiva! Shiva! Vieni qui!”. Alzò lo sguardo per scoprire chi aveva dato a un cane il nome di una tanto poderosa divinità indiana! Era un ragazzo giovane, dai riccioli biondi. Si guardarono negli occhi accennando a un sorriso e mentre lui si allontanava di spalle, con Shiva che gli gironzolava intorno, notò la scritta sulla sua maglietta: “SIAMO TUTTI SOLI”, circondata da tanti piccoli “soli” di diversa misura.
Siamo tutti Soli: ci illuminiamo per un po’ e poi arriva la notte. E non per questo smettiamo di emanare luce. La solitudine, vista così, le faceva meno paura. Un Sole può sentirsi solo? Spesso si sentiva sola al mondo, con la sua “stranezza”, con la sua inquietudine senza scampo e le sempre poche certezze. Pensava così mentre si faceva largo in mezzo all’umanità che la circondava: famiglie, coppiette, anziani sulle panchine ed immigrati che vendevano collanine ed accendini.
Finalmente arrivò al porticciolo, prese la macchina fotografica e scattò una foto: la barchetta di un pescatore, con il tramonto che le colorava il cielo intorno e l’orizzonte che sembrava cullarla sul mare. Lo scatto dell’otturatore, con il suo suono metallico, la riportò al presente: la luce aveva scritto sulla pellicola quell’istante, isolandolo per sempre all’interno di uno spazio e di un tempo indefiniti. Si sentì viva, la luce aveva attraversato anche lei.
Molto bella…