La Portulaca è ricca anche di sali minerali e vitamine, di conseguenza è preferibile mangiarla cruda

In gergo dialettale andriese e città limitrofe è chiamata la chiappàred, nel brindisino prughiazza, ma in botanica è chiamata formalmente Portulaca Oleracea e appartiene alla famiglia delle Portulacaceae. Quest’ultima comprende circa quaranta specie e la maggior parte sono piante a scopo ornamentale.

La Portulaca Oleracea è una delle pochissime piante commestibili appartenenti a questa famiglia, usata in cucina sia cruda in insalate e sia cotta, lessa o fatte in piccole frittelle. Tuttora questa pianta viene ignorata, nonostante è l’unica pianta erbacea in cui sono presenti gli acidi grassi polinsaturi del tipo Omega-3. Sappiamo quanto siano indispensabili gli Omega-3 per la salute dell’uomo e per la prevenzione di malattie cardiovascolari.

L’acido α-linolenico presente in essa rende più fluido il sangue, migliorando la circolazione e aiuta l’organismo a evitare l’accumulo di grassi “cattivi” come il colesterolo LDL che provoca l’indurimento dei vasi sanguigni.
Comunemente gli acidi grassi polinsaturi sono presenti maggiormente nei pesci, ma anche nei cibi di origine vegetale, come noci e semi di lino. Piccolissime quantità li troviamo anche nei legumi (fagioli, piselli, ceci e lenticchie).

Questo ci permette di non dover ricorrere solo ed esclusivamente a cibi di origine animale.
La Portulaca è ricca anche di sali minerali e vitamine, di conseguenza è preferibile mangiarla cruda, perché la cottura e le alte temperature sono i nemici di questi due principi nutritivi.
Essendo una pianta di cui larve e lepidotteri sono ghiotti, è consigliabile lavarla in acqua fredda corrente e bicarbonato.
Le foglie commestibili sono carnose tanto da sembrare una pianta grassa.

La si trova in estate e si distingue da altre piante per la crescita e distensione su tutto il terreno verso il basso. Il fusto è marrone e lucido; infine i suoi fiori non solo, sono colorati, ma si aprono quando c’è il sole e si chiudono di notte. È preferibile in ogni caso non mangiare le foglie nel momento in cui sono presenti i fiori, essendo l’ultimo stadio terminale della pianta.
Questa pianta è presente maggiormente in orti e campi arati e permeabili. Trova difficoltà invece, nella crescita in campi incolti.

Nell’Antico Egitto era utilizzata come erba medicinale, nel Medioevo era coltivata e usata persino per allontanare gli spiriti maligni. Oggi invece la Portulaca è ignorata e totalmente assente sulla nostra tavola!
Come uso alimentare, durante questo periodo estivo, vi consiglio un’insalata di pomodori rossi ramati, con carosello, olive nere, formaggio primo sale tagliato a cubetti, semi di lino, olio Evo, sale, pepe bianco (o origano) e foglie di portulaca.
Un piatto ricco di Omega-3, completo dal punto di vista nutrizionale, dissetante e fresco da consumare, durante il lunch la domenica mattina magari in riva al mare.


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Sono Antonio Abruzzese e sono un giovane appassionato. Cucina, tradizione, filosofia, e ricerca sono i vocaboli che mi identificano. Sono un ragazzo genuino che ama la tradizione, e il sapere popolare. Un amante della bellezza e del gusto. Mi piacciono le cose e le persone che hanno un proprio carisma, un proprio sapore..non amo ciò che è insipido, inodore e incolore. Anzi sono affascinato dalla cromaticità, dal profumo degli alimenti, e dalla bellezza che ogni cosa porta in sé.. Di professione cuoco, ma di fatto un grande buongustaio!