Salute globale in una società globale

In questo fine settimana Padova ospiterà un evento di rilievo nazionale e internazionale che, finora almeno, non ha suscitato l’attenzione che meriterebbe: probabile effetto d’un modello d’informazione incline a lasciarsi abbagliare da ciò che si presenta come notizia ad effetto, trascinandosi dietro una coda di chiacchiere, malintesi, scontri verbali e persino fisici, dei quali faremmo volentieri a meno. Per restare in ambito veneto, esemplare in questo senso è stata nei giorni scorsi la sovraesposizione mediatica del Convegno di Verona sulla famiglia e dalle contromanifestazioni che ad esso si sono frontalmente opposte.

Molto diverso lo spirito e gli obiettivi di questo Festival della Medicina Globale che si terrà a Padova da oggi, venerdì  5, a domenica 7 aprile: un evento di forte respiro culturale promosso dall’Università e dal Comune su progetto dell’editore Vito Laterza. Tra l’altro, ci sembra un bell’esempio, concreto e d’alto livello, di un’intelligente rete di idee distesa tra un nord e un sud del nostro Paese non sempre in sintonia. La direzione scientifica è affidata a Walter Ricciardi, ex direttore dell’Istituto superiore di sanità, che parteciperà ai lavori trattando lo scottante tema dei vaccini. Sua è anche l’ideazione della Mostra intitolata “Mondo Vaccini” che da qualche giorno è visitabile presso il Museo della medicina (Musme) di Padova. Nella direzione del Festival viene coadiuvato da un’altra figura di prestigio, Stefano Vella, ex Presidente dell’AIFA e attuale direttore del Centro GLOB (Centro nazionale per la salute globale) dell’Istituto Superiore di sanità. Il Festival vuole essere una iniziativa culturale aperta a tutti: l’ingresso è gratuito, con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. Sono stati prescelti come sede degli incontri alcuni luoghi strategici della cultura scientifica cittadina: primo tra tutti, l’Aula Magna dell’Università, dove per altro si gode l’emozione d’avere sotto gli occhi la cattedra dalla quale Galileo teneva le sue lezioni. Non è casuale che la scelta della sede in cui tenere questo primo Festival sia caduta su Padova, città che fin dal Medioevo ha ospitato una delle più antiche e prestigiose facoltà di medicina d’Europa e ha poi mantenuto, e tuttora mantiene, un ruolo pilota nell’ambito della ricerca e clinica ricerca medica a livello internazionale. Ma Padova è anche capitale italiana del volontariato grazie al forte impegno di una parte consistente dei suoi abitanti, anche giovanissimi, nel sostegno a disabilità e disagi sociali di varia natura. Infine, non va dimenticato che nel cuore del centro storico ha sede il CUAMM, una ong tra le più impegnate a livello internazionale nel sostegno socio-sanitario alle popolazioni dell’Africa. La scelta di Padova si giustifica dunque da sé. Le giornate saranno molto dense: prevedono 50 incontri con la partecipazione di circa un centinaio di relatori, esperti nazionali e internazionali in una molteplicità di ambiti scientifici: non solo medicina, dunque, non solo biologia, chimica, farmacologia, ma anche economia, diritto, ecologia, scienza del territorio, ecc.

Ambizioso obiettivo del Convegno è far interagire saperi disciplinari diversi, ma collegati da un obiettivo comune: la salute, non intesa solo come lotta contro la malattia, ma come strategia globale di difesa e promozione del benessere umano. Per fare degli esempi, verranno affrontate questioni come la tutela delle risorse naturali, l’acqua anzi tutto, il rapporto tra  sviluppo economico e sostenibilità ambientale, i problemi demografici, come l’invecchiamento della popolazione e il calo di natalità, soprattutto in Europa e in Italia in particolare, le grandi migrazioni, le crescenti disuguaglianze tra aree geografiche in rapporto alle diverse opportunità d’accesso ai nuovi farmaci, di costo molto elevato, e alle carenze nell’assistenza medico-infermieristica. Un altro problema spinoso che sarà affrontato è quello dei vaccini.

In sostanza, l’approccio scelto è olistico sia in quanto concepisce la salute come realtà complessiva, come benessere psicofisico ed ecologico dell’essere umano, sia per l’idea forte che la salute non è una condizione statica ma un processo dinamico, che muta nel tempo e nello spazio. Lo stato di benessere dell’individuo, infatti, evolve o si degrada in un circolo di interazioni continue tra risorse, competenze, piani di prevenzione, gestione di reti informative, ecc. E qui spuntano fuori altre questioni, molto concrete: basti pensare al costo proibitivo dei nuovi farmaci antitumorali (biologici, immunologici, ecc.) che porta con sé il rischio dell’esclusione dalle cure più promettenti di vaste fette di popolazione nei paesi che hanno un sistema sanitario privatistico, maggioritari nel mondo, ma anche il rischio d’una messa in crisi dei pochi sistemi sanitari pubblici, tra i quali il nostro che, coi suoi difetti e le differenze tra una regione e l’altra, è pur sempre un’eccellenza sul cui valore dovremmo riflettere di più.

Il Festival si svolgerà in varie sedi cittadine di prestigio, ma è previsto anche che alcuni eventi abbiano luogo all’aperto, nelle piazze e nelle vie del centro, in modo da coinvolgere anche il passante occasionale. D’altra parte, il livello rigorosamente scientifico ma non tecnicistico che dovrebbero avere le relazioni e, di conseguenza, il carattere d’alta divulgazione di questo Festival trova un corrispettivo nella scelta d’un linguaggio non banalizzante, ma comprensibile e potenzialmente aperto a diverse tipologie d’ascoltatori.

Dai nomi dei relatori nazionali e internazionali emerge un ventaglio ampio di competenze interdisciplinari. Vale la pena citare qualcuno tra i tanti: Michel Kazatchkine, docente di medicina presso l’Università René Descartes di Parigi, Consigliere speciale per il  programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS per Europa orientale e l’Asia centrale, Suerie Moon, dell’Harvard Global Health Institute, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, Tito Boeri, noto economista, Mario Raviglione, direttore del Programma globale di lotta alla tubercolosi presso l’Organizzazione Mondiale della sanità, Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, Mark Dybul, ex direttore esecutivo del Fondo Globale per la lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria, Richard Horton, direttore di The Lancet, Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, responsabile dal 1991 del poliambulatorio dell’isola, ove tante vite umane sono state salvate. Insomma, ci attende davvero un fine settimana ricco di straordinari stimoli culturali.