Con l’arte di Paolo Vitali, a Barletta
All’ingresso del Palazzo della Marra, a Barletta, è esposto da qualche giorno un dipinto di Paolo Vitali dedicato al Natale. Come sempre, l’impegno etico è al centro dell’opera di questo artista, oggi ottantenne. Il messaggio qui ci appare molto più importante di ogni altra cosa e quindi tralasceremo il prestigioso curriculum dell’artista e giustificate polemiche sulla scarsa valorizzazione e pubblicizzazione dell’opera.
Al centro del dipinto vediamo che qualcuno ha sparato al Bambin Gesù; la capanna si è capovolta e sembra che la Natività sia trascinata via dal pianeta Terra. Una linea centrale divide lo skyline dal sottosuolo, ma in entrambi dominano la distruzione e una luce sinistra. In basso a sinistra un brandello di polpaccio sintetizza la carneficina. In basso a destra un prigioniero torturato e bendato si copre gli occhi con una mano deforme e sproporzionata. Nel cielo sfrecciano velivoli mostruosi e la città, spettrale, si copre immediatamente di spesso fumo nero.
In basso, al centro, un ritaglio di giornale mostra le donne in lutto, disperate, quasi a dirci che la realtà supera la fantasia e che nessuna metafora è più accettabile, nessun abbellimento.
Passi in secondo piano la citazione cubista di Guernica; passino in secondo piano l’abilità di inserire tecniche diverse in una singola opera e l’autocitazione del colore rosso vivo. In primo piano c’è una Natività che appare quasi impossibile, incompiuta, in un mondo dilaniato dall’odio e dal cemento. In primo piano c’è l’orrore per le migliaia di bambini palestinesi dilaniati dalle bombe. In primo piano c’è l’appello ad un nuovo e urgente impegno per la pace.