Musica e Fede. Questo il binomio che il cantautore varesino Riccardo Ceratti ha messo in versi e note, la cura del dettaglio come del prossimo, un processo di condivisione che, da Barbiana, giunge alle vene socio-pedagogiche del cuore, “Lettera ad una professoressa” che, d’improvviso, diviene spartito di solidale carità

Ciao, Riccardo. Cosa avvicina un musicista come te alla figura di Don Lorenzo Milani?

Partirei dall’essere umano prima che dal cantautore. Don Milani nella mia vita è stata una folgorazione, quando ho scoperto “Lettere ad una professoressa” ho capito cosa significasse educare, da educere, “tirare fuori”. Il Priore di Barbiana l’ho scoperto tardi, nel 2013, quel piccolo libretto non mi ha fatto dormire per due notti, che sono state magiche; forti temporali con la luce dei lampi che entravano nella mia stanza, ed ecco qui entra in gioco il musicista, che mi ha fatto scrivere sotto questa grossa spinta emotiva “Lorenzo”, il brano a lui dedicato che tante soddisfazioni mi ha portato in questi anni. Non esagero nell’affermare una sorta di “trans” o sospensione dello spazio tempo che, umilmente, ho cercato di far entrare nei tre minuti della forma canzone, una notte per i ritornelli ed una, la successiva, per le strofe, dove il viso di don Lorenzo mi compariva nelle ore in cui ho dormito. Un’esperienza che mi porto dentro in profondità, spirituale ed irripetibile.Citando il tuo brano “Lorenzo”, qual è, a tuo parere, il più folgorante “lampo di luce” sprigionato dal priore di Barbiana?

Ottima domanda. Il Priore di Barbiana ci ha insegnato che è la parola che rende uguali. Il livello culturale di un essere umano determina in maniera profonda le sue scelte di vita in prospettiva e quotidiane, ci ha insegnato ad essere vigili, resto convinto che ha indicato una strada ancora una volta rivoluzionaria perché collettiva, ci salviamo tutti insieme oppure non si salva nessuno; il paradigma della competizione a tutti i costi ci ha portati ad una civiltà transumanizzata, lontana dai nostri stessi cuori e dal bisogno naturale di essere accettati così come siamo, spesso perdenti. Pochi detengono ricchezze immense e risorse quasi infinite grazie al dio diabolico della competizione, a discapito dei molti a cui sono negati perfino i diritti di base. Penso utopicamente al mondo come ad un’immensa Barbiana, dove chi è avanti si mette al servizio di chi è più indietro. Camminare insieme, direi, per fare onore al nostro vivere.

Come hai trasformato la canzone che hai composto in un musical di successo?

Quando scrissi “Lorenzo” nel 2013 mi accorsi subito che su internet la canzone piaceva molto, cosi mi è venuta l’idea di allargare il concetto e di realizzare il primo musical dedicato al Priore di Barbiana.  Ho contattato a caso digitando su Google “compagnia teatrale musical” ed ho scelto quella più vicino a casa, il “Tavolo 69 “. Specializzati nel realizzare musical, ho proposto loro l’idea che subito hanno recepito. Ho scritto poi le altre canzoni consegnandole nelle loro mani, la compagnia ha realizzato così l’opera, arrangiando i brani, scrivendo il libretto, la sceneggiatura e mettendolo in scena. Sono stati davvero bravi e oggi “Lorenzo”, partito da una piccola canzone, è in finale a Roma per il “Premio Primo”, il premio Italiano del musical originale ideato e realizzato da Franco Travaglio, fratello di Marco.

Per comprendere al meglio ciò che a loro stia più a cuore anche in relazione al concetto di “I CARE”, nel percorso formativo dei più giovani, è possibile, oggigiorno, fare un parallelo tra Scuola e Arte?

Qui mi dai uno spunto non da poco. Prima che il mondo si fermasse a causa della pandemia che tutti stiamo vivendo, tra i vari spazi in cui portavo le mie canzoni c’erano le scuole pubbliche. Prima con il Giurista Santi Moschella e la Prof.ssa Filomena Cannito, poi con l’ex magistrato Dott.ssa Francesca Manca dell’associazione “Sulle regole” di Gherardo Colombo.

Proprio nell’ultimo incontro dissi ai ragazzi che riguardo il rap si perdevano 400 anni di storia della musica, si perdevano il “Melos” la melodia; insieme abbiamo fatto un’analisi della linea melodica contenuta nella forma canzone e di un brano rap. Hanno colto le differenze, l’arte della melodia e dell’armonia toccano i cuori, viceversa i testi martellanti sputano rabbia e disagio sociale. Non resterà nulla del trap, siamo figli dell’Opera.

Ecco, forse qui si potrebbe parlare di paralleli tra arte e scuola, quando l’arte viene sviscerata, spiegata profondamente con lezioni concerto diventa “scuola”. È più interessante ed istruttivo partecipare ai processi artistici di costruzione, in fondo, che ascoltare passivamente senza entrare in profondità. Bene, ancora don Milani, mi sta a cuore, partecipo, alzo la mano, ci interessa capire. Capire è la chiave per cambiare le cose.

Progetti futuri?

La pubblicazione di un LP in vinile con un’etichetta discografica Novarese, la “Rockattle Music Publishing” di Albino Barbero, il vinile come esperienza dei sensi, non solo udito ed emozioni, ma anche tatto, la parte letterale dei testi, la vista e perfino l’olfatto; il collezionismo e la condivisione, ancora una volta antitetici alla musica liquida ed alle piramidi diaboliche. Saranno una decina di brani tratti dal mio repertorio di questi ultimi anni, che vanno dalla strage di Bologna a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dalla nuova E-migrazione dei ragazzi Italiani che ha raggiunto cifre da Anni ‘50 per quanto riguarda la condizione dei lavoratori, da don Lorenzo Milani a Gesù di Nazareth, brano quest’ultimo, che ho scritto con mons. Giovanni Buga. Sono poi in attesa di un paio di passaggi promozionali in un due televisioni appartenenti alla sfera del clero, quando quello che tutti stiamo vivendo sarà, sperando, risolto.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.