Josefa viene dal Camerun e le sue esili braccia hanno tentato, riuscendoci, di ghermire, per 48 ore di fila, un improvvisato gommone al largo delle coste della Libia. Ecco la sua incredibile storia

Il negazionismo economico di cui il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, accusa i vicepremier Di Maio e Salvini, è amara conseguenza della reticente attitudine di cecità che implementa l’ottundimento dei sensi di sovranistiche baronie. Il populistico protezionismo del farlocco (?) governo gialloverde ha mistificato la realtà, trasmutandola in un’inutile fake news dietro cui trincerarsi a mò di alibi, il sancta sanctorum sul quale ricevere la giusta benedizione degna di praticanti cristiani.

Quando Josefa è stata soccorsa dai volontari della Ong spagnola, Proactiva Open Arms, la sua flebile voce non è riuscita a spiegare a quale fede fosse votata, ma la religione, una volta ripescata dal Mar Mediterraneo, per Josefa non contava, i suoi occhi sbarrati hanno fatto il giro del Mondo, il suo sguardo vitreo invocava un Dio in carne ed ossa, una divina assistenza che tutti noi dovremmo chiamare, facendola nostra, “umanità”.

Josefa viene dal Camerun e le sue esili braccia hanno tentato, riuscendoci, di ghermire, per 48 ore di fila, un improvvisato gommone al largo delle coste della Libia. Trasbordata sulla nave di Open Arms, Josefa ha raccontato ai sanitari il suo calvario, pupille fisse all’orizzonte, per scovare, dietro l’angolo buio di un probabilissimo naufragio, l’arcobaleno vitale che setaccia sogni per cui continuare a sperare.

In uno stato di profonda ipotermia, Josefa è stata avvolta in teli termici, sicura coltre di desiderato rifugio contro l’indifferenza politica che anima rustici confinanti dalla pauperistica mentalità, arida almeno quanto i secchi orticelli che pretendono, a torto, di difendere.

Alla giornalista di “Internazionale”, Annalisa Camilli, Josefa ha ricordato di aver visto una sua compagna di viaggio con un bimbo, entrambi morti, colpiti da aguzzini libici e annegati prima che arrivassero i soccorsi: “Io, invece, – ha confessato Josefa – sono fuggita dalle percosse di mio marito, mi picchiava perché non posso avere figli“.

Le immagini di Josefa hanno commosso tutti, e chi avesse il barbaro coraggio di rinnegare la sua storia dovrebbe vergognarsi di ricoprire cariche pubbliche con slogan da bar e chiacchiere da quattro soldi, quelli di una pensione che Boeri, grazie agli immigrati, vorrebbe garantirci.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

2 COMMENTI

  1. L’Italia ha accolto, accoglie e continuerà a farlo qualsiasi sia il governo in carica. Molti media stanno sbagliando il focus, facendosi distrarre dal carattere esuberante di Salvini.
    Quanto ci piace fare i buonisti (tanto non costa nulla vero?), ma nessuno denuncia e pochi approfondiscono la questione principe: dietro gli sbarchi ci sono le mafie che (anche con l’involontario aiuto di alcune ONG) fanno traghettare disperati che… passata l’onda emotiva mediatica, avranno un destino tra deliquenza e prostituzione e, se gli va bene, riusciranno a chiedere elemosina… altro che accoglienza! Aiutiamo queste persone sconfiggendo il crimine nelle loro terre e forse scopriremo pure, che è connivente con il crimine di casa nostra.

  2. …osiamo
    “La via per salvare la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata”.

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