Una rivoluzionaria idea del prof. Franco Rana e dei suoi alunni del Liceo Scientifico “R. Nuzzi” di Andria
Una bicicletta anfibia che galleggia sull’acqua, un vero e proprio mezzo di trasporto futuristico ed ecocompatibile, è uno dei progetti che rappresenterà l’Italia al concorso europeo Eucys (EU Contest of Young Scientists) I giovani e le scienze 2020. La competizione, giunta alla trentaduesima edizione, premia ogni anno i più innovativi progetti presentati da giovani scienziati; la finale si terrà a Salamanca dal 15 al 20 settembre 2020.
Il progetto è stato proposto da Roberto Del Giudice, studente del liceo scientifico “Riccardo Nuzzi”, che ha realizzato la “Bicicletta Rana” con i suoi compagni della classe VA scienze applicate; sono stati guidati dal loro docente di fisica, Franco Rana, geniale ideatore di questa bicicletta così innovativa. L’idea che ispira l’invenzione è il desiderio di poter viaggiare sulla strada e sull’acqua.
Diversi i problemi tecnici che il gruppo di lavoro ha dovuto affrontare, come Davide davanti a Golia, dal progetto ai calcoli, dall’individuazione dei materiali fino alla realizzazione del prototipo e poi della versione definitiva. Alla fine la bicicletta “Rana”, sostenuta da due gommoni laterali, è letteralmente volata sulle onde, grazie alla propulsione consentita dalla ruota motrice posteriore munita di pale.
Abbiamo chiesto a Roberto Del Giudice di raccontarci il suo progetto.
Ciao, Roberto, quando hai appreso la notizia che il vostro progetto era stato selezionato per partecipare al concorso Eucys?
Intorno alle 12 del 9 marzo scorso, la F.A.S.T. (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche) attraverso mezzi telematici, ha comunicato i progetti selezionati dalla giuria per rappresentare il nostro Paese in fiere ed esposizioni internazionali di Scienza. Quando ho sentito l’annuncio della dott.ssa Rosaria Gandolfi: “A Salamanca va… Roberto Del Giudice con la sua Bicicletta Rana: un’invenzione anfibia!”, in quell’istante i miei occhi hanno cominciano a vedere offuscato, una serie di ricordi e di esperienze si sono ammassate furiosamente nella testa.
Condividi con noi uno di questi ricordi?
Certo, ricordo perfettamente quando il professor Rana, il nostro geniale docente di Fisica e Matematica, noto a tutti per la sua indole ingegneristica tanto affascinante quanto bizzarra, propose alla mia classe -allora eravamo in terza – la possibilità di portare avanti il progetto, in fase embrionale, di un mezzo capace di muoversi liberamente in acqua. Si trattava del primo abbozzo della bicicletta anfibia, oggi selezionata dalla F.A.S.T. come finalista europea al “E.U.C.Y.S” di Salamanca. E poi, fra la baraonda di ricordi, mi vengono in mente le fasi di lavoro e di progettazione, gli attimi di disperazione e rassegnazione, ma soprattutto l’ostinazione e la caparbietà che non hanno mai abbandonato me e i miei compagni, sempre complici e solidali, pronti a sostenerci con entusiasmo.
Cosa vi ha dato questa esperienza così forte e impegnativa?
Sicuramente tante conoscenze in più in fisica e matematica, abbiamo approfondito lo studio delle caratteristiche dei materiali e dei meccanismi elettromagneti, abbiamo anche messo alla prova giorno dopo giorno le nostre capacità manuali. Si tratta, tuttavia, di un prototipo da perfezionare. Il nostro obiettivo ultimo è rendere questo modello davvero ecocompatibile, utilizzando ad esempio materiali riciclabili ed alimentandolo con fonti di energia rinnovabili. Ci tengo a precisare che la vittoria della Bicicletta Rana è una vittoria condivisa fra gli alunni del Liceo Nuzzi di Andria, il corpo docenti e la componente ATA.
Un’ultima domanda: il nome è un omaggio al tuo docente, il prof. Rana?
Nome omen, il nome è un presagio: sì, la “Bicicletta Rana” allude ambiguamente sia al cognome di colui che ha ideato il veicolo, il nostro prof., sia alla caratteristica che contraddistingue l’invenzione, ossia la capacità di viaggiare su strada e sull’acqua con un unico mezzo alla portata di tutti.
La ricerca quindi continua in vista della finale a Salamanca.