Ilaria Drago, attrice e drammaturga, dedica una poesia a tutti coloro che sono in prima linea come medici e infermieri
Ascolta la poesia “Io Salvo te”:
Il testo:
Certe volte faccio fatica. Certe volte sbuffo, e mi dimeno. Certe volte ho anche paura che tutto sia troppo forte. Certe volte scappo, mi nascondo dietro un camice e scarpe di gomma o nell’insofferenza di un altro giorno che mi scappa dalle mani e non so bene chi io sia, se ho vissuto il peggio o il meglio di me. Certe volte c’è così tanto da fare che mi dimentico il perché io lo faccia, mi scordo il senso profondo, mi apparto dalla vita e faccio senza che il mio Essere se ne accorga.
Certe volte ho mani forti che tremano e per un momento gli occhi non vorrebbero più sopportare il peso di uno sguardo che si spegne, di un’anima che vola via, del sangue a terra e l’urlo spezzato di una voce all’improvviso randagia. Certe volte ho mani forti, ma non so come io faccia a resistere sotto il peso di un corpo nella fatica del suo dolore, del sudore e delle lacrime.
Certe volte… eppure mi alzo! E insieme al camice, alla mia divisa d’amore ogni mattina indosso anche un cuore gigantico e lo alleno alla misericordia della comunione, della condivisione, gli faccio i muscoli forti perché non si tiri indietro, non si stanchi troppo, non ceda!
Mi alzo perché la sirena della mia ambulanza da corsa non sia solo lo strazio di una donna, di un uomo o di un bambino che soffrono, ma dica: “arrivo! Sono qui per te! Ci sono e ti vedo! Ti prendo con me, per un momento possiamo essere fratelli o sorelle senza colore né confine, senza paura né odio, per un attimo il nostro intento si unisce e… ci esploda addosso la vita! Anche se non so quanto la terremo in corpo, la vedremo, la avvertiremo!
Non cedo e vado, non perché io sia un’eroina, un eroe, un qualche salvatore caduto dal cielo, ma perché in me abita una luce e ora la voglio accesa! Perché forse proprio adesso, in questo momento di paura dove ogni certezza intorno cede, la nostra routine di sicurezze si sgretola, anche in questo momento in cui la prepotenza della vita urta clandestina travestita di morte, ecco in questo momento si tornino a scrivere nomi, dietro i numeri e volti dietro le percentuali; perché so, adesso, profondamente, che se salvo te, io salvo me e se salvo me, io…salvo te!