Nobel per la Letteratura 2023

“Per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile”.

Questa la motivazione per cui l’Accademia di Svezia ha deciso di insignire Jon Fosse del Premio Nobel per la Letteratura.

Drammaturgo, prima ancora che scrittore, il norvegese Jon Fosse è noto per essere autore di opere come “Mattino e sera”, pubblicato da La Nave di Teseo, “Teatro” (Editoria&Spettacolo), “Melancholia” e “Insonni”, editi da Fandango, , come anche i primi due volumi della trilogia “Settologia”.

La prima sperimentazione letteraria di Fosse risale al 1983 con un tentativo saggistico della narrativa breve, di poesie e testi che guardano all’infanzia. Proprio nel 1983, infatti, pubblica “Raudt, svart” (Rosso, nero), un libro che fa il paio con “Qualcosa sta per arrivare” (1993) per la cifra stilistica, una scrittura essenziale e cinica, un linguaggio contraddittorio che si sviluppa nelle reti relazionali, una comunicazione scarna e labile, un divario generazionale che, inevitabilmente, conduce alla precarietà della famiglia.

Tra il 1990 e il 2000 il suo pensiero si affina sempre di più, creando una forma d’arte intima, soggettiva e mistica, una sorta di manifesto testamentario del suo istinto disciplinato. Definito dal New York Times “erede di Beckett”, Fosse galleggia fra picchi dell’esistenza, un marre di up & down, il nuovo ed il vecchio che si intrecciano in un vortice anacronistico.

Nei lavori di Jon Fosse vita e morte rappresentano un continuum, un escamotage spazio-temporale per confrontarsi e riconoscersi l’uno appartenente all’altro, soli e allo stesso tempo insieme nel processo vitale della consapevolezza.

Curiosità: sulla home page del sito ufficiale del Premio Nobel è presente un sondaggio per chiedere ai visitatori se hanno mai letto qualcosa di Fosse: solo il 12% delle risposte è affermativa.

Un gap da colmare il prima possibile.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.