Terry Doro (nome d’arte di Teresa Doronzo) è una giovane artista pugliese che, con il suo produttore Michele Marmo, autore del singolo “Imparerò a volare”, inizia un percorso che la vede impegnata in un nuovo progetto discografico, toccando un tema delicato come quello del disagio e dei suicidi dei giovani, dopo aver vissuto in prima persona una triste esperienza che l’ha toccata profondamente. Da quel momento la musica ha avuto un ruolo fondamentale, che le ha permesso di avvicinarsi non solo alla passione per il canto ma anche all’utilità sociale.

Ciao, Terry. Che ruolo ha la musica nella tua vita?

Fin da piccola non riuscivo a fare a meno di cantare e ballare e quando in televisione guardavo esibirsi i grandi artisti, sognavo un giorno di poter fare lo stesso; ritrovarmi su di un palco, pieno di luci e magari potermi esibire in un concerto tutto mio. Trovavo nella musica e nel canto, il modo migliore per esprimere la mia libertà, le mie emozioni e crescendo, tutto diventava sempre più un’esigenza. Sento il bisogno di cantare per liberarmi e liberare così tutte le emozioni che ho dentro. La Musica per me è Vita e la vita deve essere raccontata attraverso la Musica… esattamente come ho cercato di fare nel mio primo brano inedito appena uscito…raccontando e portando alla luce un tema purtroppo attuale tra noi giovani.

Vivendo in prima persona certe esperienze, a cosa credi sia attribuibile la piaga dei suicidi giovanili?

Questa problematica secondo me può essere attribuita alla mancanza di attenzione da parte degli adulti, che molto spesso sono impegnati nelle loro “faccende da grandi” per rendersi conto di ciò che sta succedendo a noi giovani. L’adolescenza è una fase molto delicata e i giovani molto spesso vivono questo periodo credendo di essere soli e di non essere capiti da nessuno e la cosa peggiore è che molto spesso è vero, in certi casi ci sono evidenti segnali che non vengono colti e lo si capisce solo quando ormai è troppo tardi.

L’utilità sociale di “Imparerò a volare” è aiutare gli altri a ritrovare la verità, perchè parafrasandoti “quando sei sola allo specchio ti togli la maschera e fai i conti con te”?

Sì, esatto, viviamo in un mondo dove orami non si riesce più a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Specialmente con i social siamo tutti impegnati a creare una realtà inventata, dove in molti casi ci si prova ad auto convincersi di essere un’altra persona mentendo prima di tutto a se stessi. Però quando si è soli, davanti allo specchio, arriva il momento di fare i conti con se stessi e purtroppo alcuni non riescono più a ritrovarsi tanto da perdere del tutto la propria strada, non avendo neanche la forza di chiedere aiuto.

Progetti futuri?

I miei progetti futuri partono proprio dal presente sono proprio quello su cui sto lavorando oggi sperando che possano portare alla luce il mio mondo legato alla musica, o quantomeno le storie che vorrei raccontare attraverso lei. I brani ai quali stiamo lavorando, sono scritti e prodotti dal quello che è il mio produttore e “istruttore vocale” (come ama definirsi) Michele Marmo (cantautore, compositore, produttore) che ha all’attivo molte pubblicazioni e collaborazioni (Novecento, Tony Esposito…secondo classificato al Festival di Sanremo come autore del brano “Sei la vita mia”) insieme ad altri grandi musicisti come il bassista Pino Santoniccolo, il batterista Michele Abruzzese, il chitarrista Dany Napolitano. Michele ha mostrato molta fiducia miei confronti aiutandomi, grazie alla sua esperienza, a piccoli passi in questo percorso, che spero possa crescere sempre di più.  Certamente Michele mi ha ripetuto che quello della musica non è assolutamente un mondo semplice, non esiste il successo come meta da raggiungere… casomai sarà il risultato di tanto lavoro, il più delle volte duro e deludente dove spesso potrei ritrovarmi per terra… Ecco proprio in quel momento tutto il lavoro che oggi sto facendo sicuramente mi aiuterà a rialzarmi domani, sicuramente con più forza.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.