Ha solo 43 anni il Premio Nobel per la Pace 2019

Si tratta del premier etiope Abiy Ahmed Ali che si è visto conferire il prestigioso riconoscimento per gli sforzi profusi nella risoluzione del conflitto in Eritrea, auspicabile prodromo del tentativo di riportare la pace nella zona che interessa il Nord-Est del Continente Africano.

Sorpassando al fotofinish Greta Thunberg, data per favorita alla vigilia, anche malignamente per motivi di nazionalità (il Nobel, infatti, viene consegnato a Stoccolma), Abiy Ahmed ha lavorato a stretto contatto con Isaias Afwerki, Presidente dell’Eritrea, per la ratificazione di importanti riforme mirate al raggiungimento di una giustizia sociale troppo spesso disattesa soprattutto nell’Africa Orientale, la parte del mondo forse più colpita da guerre intestine, conflitti che ti deturpano l’identità prima ancora della dignità, il capitolo più indecifrabile di una storia che, grazie ad Ahmed, spera di trovare giusta conclusione nel processo di solidarietà avviato proprio attraverso un programma di riconciliazione fra i due Stati.

Primo Ministro dal 2 aprile 2018, Abiy Ahmed Ali, durante gli iniziali cento giorni del suo governo, ha apportato notevoli modifiche allo Statuto etiope, rivoluzionando legislatura e Potere Esecutivo. Lo stato d’emergenza in cui versava il Paese ha abortito, infatti, di fronte a provvedimenti quali l’amnistia concessa a prigionieri politici, l’interruzione della censura dei media, e la legalizzazione dei partiti oppositori con l’allontanamento dei politici corrotti ed il reinserimento delle quote rosa. Le tecniche di tortura, inoltre, sono state sostituite da un sistema elettorale più democratico e aperto al confronto, sfruttando, ex novo, gli allacciamenti telefonici e i dispositivi internet.

Di recente antiche rivalità etniche sono riprese in Etiopia“, ha sottolineato il comitato, “fino a tre milioni di etiopi sono stati costretti a sfollare. E questo si aggiunge al milione circa di rifugiati dai Paesi vicini. Tuttavia molte sfide restano irrisolte. Le violenze etniche continuano ad aumentare e abbiamo visto esempi preoccupanti di questo negli ultimi mesi e settimane“.

I Curdi in Siria attendono…


Articolo precedenteSalvini lascia la Lega!
Articolo successivo«Dimmi: qual è il tuo tormento?»
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.