Il poeta alla ricerca della forza interiore salvifica dell’uomo

Hesse, scrittore e poeta che rappresenta una delle voci più importanti del ‘900 letterario europeo e Premio Nobel per la Letteratura nel 1946, compone le sue poesie negli anni 1895-1962.

Con le sue ineguagliabili doti di scrittore è riuscito ad interpretare tutte le sofferenze umane condannando fermamente la guerra tanto da essere inserito, sotto il regime nazista, nelle liste di proscrizione per i suoi riferimenti ai pogrom e per la sua avversione al nazionalismo e alle guerre. “La guerra esisterà ancora a lungo, probabilmente per sempre. Tuttavia il superamento della guerra, oggi come ieri, continuerà a essere la più nobile delle nostre mete.”

Da esistenzialista quale egli è non può non essere consapevole dell’immutabilità dei destini e delle vicende umane, ma nei suoi scritti ha sempre cercato di ristabilire un’armonia e una solidarietà che potesse riavvicinare tutti gli uomini in costante ricerca della comprensione della propria interiorità che aspira sempre e comunque ad una piena libertà.

“[…]mio il boschetto sacro del passato.

E non meno la celeste arcata del futuro

è la mia patria limpida:

spesso alata dalla nostalgia l’anima mia s’innalza

a scrutare il futuro di un’unanimità beata,

amore, trionfante sulla legge, amore da popolo a popolo.[…]”

(Versi tratti da Il poeta)

Da ogni suo scritto traspare una profonda sofferenza sospinta e sorretta dalla forza insita in ogni essere umano, dall’idea di una libertà volta al poter percorrere la propria strada godendo a pieno della vita.

“Ti abbiamo tagliato,

albero!

Come sei spoglio e bizzarro.

Cento volte hai patito,

finché tutto in te fu solo tenacia

e volontà!

Io sono come te. Non ho

rotto con la vita

incisa, tormentata

e ogni giorno mi sollevo dalle

sofferenze e alzo la fronte alla luce.”

(Versi tratti da Quercia potata)

Questa sua estrema sensibilità nasce dal suo essere totalmente in opposizione con l’ordine prestabilito di una società volta verso un progresso che tende ad asservire l’uomo alle sue ragioni prettamente materialistiche.

Ecco la delicata e poetica descrizione della sua intima diversità:

“Sono una stella del firmamento

che osserva il mondo, disprezza il mondo

e si consuma nel proprio ardore.

Io sono il mare di notte in tempesta

il mare urlante che accumula nuovi

peccati e agli antichi rende mercede.

Sono dal vostro mondo

esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato,

io sono il re senza corona.

Son la passione senza parole

senza pietre del focolare, senz’arma nella guerra,

è la mia stessa forza che mi ammala.”

(Poesia, Sono una stella)

Con i suoi scritti Hesse ci insegna a seguire il suo esempio ovvero rievocare il passato doloroso per cercare attraverso un’autoanalisi di riflettere sulla realtà in cui viviamo aprendoci, così, alla possibilità di un’evoluzione interiore.


FonteHedwig Storch, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons
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Mi chiamo Monica Fornelli e scrivo sin da piccolina. Sono una docente di francese appassionata di somatopsichica; lo stare bene per me è essenziale per cui da sempre scrivo per “ricrearmi” un mondo ideale in cui tuffarmi e potermi riequilibrare abbracciando me stessa e al contempo abbracciare virtualmente chi vorrà leggermi. Ho partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali tra cui “Il Papavero d’Oro“, “Levante” indetto dalla rivista Radar Sei, “On the air”, “Nino Palumbo”, ottenendo vari riconoscimenti e menzioni in giornali locali come “la Gazzetta del Mezzogiorno“ e “Meridiano Sud”. Alcune mie poesie sono presenti in antologie quali “Fiori Amori” e “Le stagioni” ed. Barbieri; “Parole senza peso” ed. Writers, “Nitriti al vento“ ed. La Conca, “Il Federiciano” ed. Aletti. Nel 2011 è uscita la mia prima raccolta dal titolo “I colori della vita” (ed. Albatros) presentata anche alla fiera del libro di Torino.