DUOMO40 Spazio d’Arte e Design è un Progetto Culturale per la diffusione dell’Arte Contemporanea all’interno di una dimora privata situata nello storico Palazzo Santacroce di fronte al Duomo di Barletta. La mostra collettiva sarà visitabile dal 6 al 22 ottobre (solo venerdì, sabato e domenica dalle 19 alle 21). A parlarcene è la curatrice e direttrice artistica, Rosa Anna Delvecchio:

Ciao, Rosanna. In cosa consiste il progetto “Duomo40 Barletta”?

DUOMO40 Spazio d’Arte e Design è un Progetto Culturale per la diffusione dell’Arte Contemporanea all’interno di una dimora privata situata nello storico Palazzo Santacroce di fronte al Duomo di Barletta. Nato dall’incontro empatico, prima ancora che professionale, tra la Sottoscritta, mossa da sempre da una profonda passione per l’Arte in tutte le sue forme espressive, e i proprietari della dimora, che rivelano una profonda sensibilità culturale ed un grande amore per tutto ciò che è esteticamente bello e rivelatore di conoscenza e arricchimento personale, questo progetto significa molto per tutti coloro che ci credono condividendone gli obiettivi. Il nome prende spunto dall’omonima incantevole piazza Duomo nel cuore più storico di Barletta. Il Duomo di Barletta e Palazzo Santacroce, risalente al ‘300, dominano la piazzetta l’uno di fronte all’altro regalando un colpo d’occhio storicamente prezioso oltre che esteticamente suggestivo.  In questo scenario, per sua natura affascinante, si trova la sede di DUOMO40 per offrire al visitatore sensibile emozioni e vibrazioni attraverso un percorso di scoperta di opere artistiche in un contesto d’eccezione e originale per storia e design.

Qual è, a tuo parere, la funzione dell’Arte Contemporanea nello sviluppo culturale del tessuto sociale attuale?

Nell’Arte Contemporanea si fa strada una nuova necessità per l’artista, diversa dalla rappresentazione legata ad un oggetto concreto o di un’immagine precisa. È il tempo di visualizzare un bisogno che non ha un riferimento nel mondo reale ma esiste nell’intimità più profonda dove a regnare è l’inconscio. È l’interiorità che ha bisogno di uscire, gridare, attraverso la memoria, i ricordi, le gioie e i dolori. L’anima chiede all’Arte di essere visualizzata e riconosciuta. Come riesce un artista a trasmettere questo? Non sa che lo farà! L’artista crea perchè ne sente l’urgente bisogno. A guidarlo non ci sono regole ma l’istinto primordiale di esprimere ciò che sta esperendo a contatto con la materia che ama plasmare o trasformare, sia essa costituita da pigmenti, olii, ossidi, argilla, metalli, legno ecc. Tutto è materia, tutto è messo a sua disposizione da Madre Terra. Ci auguriamo che tutti possano avere accesso alla conoscenza aprendosi a nuovi orizzonti, scoprendo nuove strade e trovando il coraggio di pensare in modo libero. L’Arte Contemporanea aiuta ad acquisire sapere e valori reali nonché memoria storica, sollecitando l’immaginazione e generando una conoscenza ma soprattutto una coscienza sui temi che interessano la vita reale dell’essere umano potendo andare oltre seguendo il proprio inconscio.

Come si può accostare il concetto di “sinestesia” ad una mostra collettiva scultorea e pittorica che riutilizza materiali di scarto?

Ho pensato al termine Synesthesia come titolo della prima mostra collettiva partendo dalla sua etimologia. Esso deriva da due parole greche syn (insieme) e aisthesis (percezione), pertanto significa letteralmente “sentire insieme” e indica una percezione simultanea derivante da molteplici stimolazioni neuronali. La sinestesia può essere paragonata ad una “fusione” delle percezioni di sensi distinti in un’unica sfera sensoriale. Quest’esperienza deriva dall’insorgenza di più impulsi (uditivo, visivo, olfattivo, tattile ecc.) che innescano un sincronismo funzionale di due o più organi di senso o facoltà cognitive. Questo fenomeno sensoriale-percettivo rende possibile, per esempio, vedere un suono o sentire un colore. In questo caso l’esposizione collettiva, che vede protagonisti di opere create con tecniche differenti vuole mettere in luce come sia possibile condividere un’esperienza artistica immersiva e sintestetica sia per gli artisti che vi partecipano con le proprie opere sia per gli osservatori attenti che si lasceranno coinvolgere andando oltre la materia di cui queste sono fatte, percependone sensazioni e vibrazioni lasciandosi immergere nell’interiorità degli artisti.

Da Palazzo Santacroce al Mondo intero. Che obiettivi si prefigge l’AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani)?

In occasione della 19esima giornata nazionale del Contemporaneo indetta da AMACI ci saremo anche noi con la prima mostra collettiva di artisti che spaziano dalla pittura evocativa e concettuale all’arte della scultura dalle molteplici interpretazioni materiche fino alle installazioni attraverso il riutilizzo di materiali di scarto e desueti dando loro una nuova vitalità. Ritengo fondamentale, nel mondo dell’Arte, le sinergie che rafforzano le connessioni tra tutti coloro che avvertono la necessità di circondarsi di bellezza, un bisogno direi primordiale che l’essere umano ha da sempre. Ringrazio sentitamente AMACI per aver inserito DUOMO40 nella programmazione di questo importante evento annuale. Ringrazio anche l’Ordine professionale degli Architetti della provincia BAT per aver patrocinato il progetto nella sua totalità. Come curatore e direttore artistico di questo nuovo progetto è per me molto importante sentire il sostegno di istituzioni strettamente connesse al mondo culturale. Il progetto, oltretutto, vede il coinvolgimento di artisti nazionali ed internazionali sempre attraverso una connessione sinergica e costruttiva per l’Arte e glia Artisti.

A cura di Rosa Anna Delvecchio

Mediatrice Culturale specializzato dei Servizi Educativi Museali, curatrice di progetti culturali per la promozione dell’Arte, ideatrice del primo concorso Premio Giuseppe De Nittis Estemporanea di Pittura a Barletta, opera come libera professionista ideando progetti di Mostre d’Arte e attività didattiche e laboratoriali in ambito artistico per istituti museali e scolastici di ogni ordine e grado.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.