Una ricerca del “De Bellis” calcola l’allungamento della vita mentre imperversano le contraffazioni delle nostre produzioni tipiche

Parlare d’Italia significa, inevitabilmente, accostarla alla buona tavola ed alla sua proverbiale dieta mediterranea. Forse buoni ultimi sono stati i programmi culinari sia della televisione generalista che di quella pay per view a fare di ristoranti, cuochi e ricette i nuovi esempi da imitare per il grande pubblico.

Ebbene, in questi giorni che precedono il Santo Natale, pur a fronte delle limitazioni legate alla pandemia in atto, tra particolari ricette e cenoni con varie portate, prevale sempre la tradizione culinaria italiana.

L’ultimo studio scientifico che ha accertato l’effetto benevolo della dieta mediterranea, tanto da affermare che allunghi la vita di 9 anni, dopo un’indagine su 5mila pugliesi, durato 35 anni, lo ha compiuto l’Irccs “de Bellis” di Castellana grotte.

La conferma che il nostro stato di salute inizi dalla buona tavola, è stata pubblicata sul prestigioso International Journal of Epidemiology. La novità rispetto ad altre precedenti ricerche, dalla mortalità generica alle malattie cardiovascolari, dalla probabilità di ammalarsi di tumori alle malattie neurodegenerative, è data dal fatto che, per la prima volta, è stata quantificata scientificamente l’aspettativa di vita legata al noto regime alimentare, grazie a un lungo studio su due gruppi di popolazione delle città di Castellana Grotte e Putignano.  Il dato che ne consegue è di quelli che ci fanno bramare –ove ce ne fosse bisogno- le buone pietanze delle nostre nonne: fino a 9 anni in più di vita, se l’aderenza alla dieta è piena e costante.

Il gruppo di ricerca del noto ospedale di ricerca pugliese, dando ormai per acclarato che la dieta mediterranea ha effetti positivi sulla salute, si è chiesto: “ma di quanto allunga la vita?”

Così è nato il progetto di ricerca recentemente pubblicato.

«Il nostro lavoro – sottolinea il direttore scientifico dell’Irccs castellanese, Gianluigi Giannelli, spiegando la ricerca che vede come capogruppo il dottor Alberto Ruben Osella e primo autore il collega Angelo Campanella, ha coinvolto ben 5.152 partecipanti per due studi di popolazione condotti dal laboratorio di epidemiologia e biostatistica, formati da partecipanti di Castellana Grotte, coinvolti nel 1985, e poi di Putignano, a partire dal 2005. I dati sullo stato di salute e sulle abitudini alimentari sono stati raccolti dal 2005 a oggi. Con la compilazione di un questionario alimentare è stato chiesto a tutti di rispondere a domande sulle frequenze di assunzione di ben 233 alimenti nell’ultimo anno, anche stimando le dimensioni delle loro porzioni in base a fotografie. Da questi dati è stato poi calcolato un punteggio per valutare l’aderenza di ogni partecipante alle caratteristiche della dieta mediterranea, studiando, poi, il punteggio, in relazione allo stato di salute. Attraverso un’analisi di sopravvivenza abbiamo osservato come i soggetti che non seguivano la dieta mediterranea o che la seguivano parzialmente vivevano rispettivamente circa 9 o 5 anni in meno rispetto al gruppo dei più aderenti, che hanno fatto di questo modello alimentare un vero e proprio stile di vita».

E come tutte le ciò che è importante e prestigioso, molti alimenti facenti parte della dieta mediterranea sono copiati e quindi messi in commercio fraudolentemente nel mondo, captando con l’inganno la buona fede dei consumatori. Con l’olio d’oliva, la nostra regione vede tra i suoi più celebri “falsi d’autore” quelli legati al vino di qualità.

Pensate, il DOP Primitivo di Manduria, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, viene coltivato solo in una determinata area fatta di 18 comuni (15 nella provincia di Taranto, 3 in quella di Brindisi). Dal 2016 sono state una cinquantina le azioni di contrasto che sono state intraprese dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, con falsi scoperti dalla vicina Svizzera al lontano Sud Africa. Ben 35 le battaglie legali vinte, ma altre sono ancora in pendenza giudiziaria.

Da considerare che attorno al Primitivo di Manduria, vi è un rilevante giro economico legato a 57 aziende socie e ad oltre 1500 viticoltori. Secondo i dati 2019 forniti dallo stesso Consorzio, a fronte di 17 milioni di litri di vino prodotti sono state imbottigliate  22,7 milioni di bottiglie per un fatturato di oltre 147,5 milioni di euro.

«Gli interventi che abbiamo messo in atto – spiega il presidente del Consorzio, Mauro di Maggio- rientrano nell’attività di tutela e vigilanza, ruoli che ci spettano con il riconoscimento “Erga Omnes”».

L’Erga Omnes, rilasciato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, conferisce ai Consorzi dei vini, a determinate condizioni, l’incarico a svolgere funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, vigilanza,  informazione del consumatore e cura generale degli interessi di cui all’art. 17, comma 1 e 4 del d. lgs.8 aprile 2010, n. 61. Con propri agenti vigilatori, con il titolo di pubblici ufficiali ed in collaborazione con l’Istituto centrale qualità repressione e frodi, vengono effettuati dei controlli anche sui vini già posti in vendita e presenti negli scaffali dei negozi, questo al fine di tutelare il consumatore ed i produttori da irregolarità o anomalie relative al prodotto.

«I marchi contraffatti costituiscono un grave pregiudizio all’incremento delle nostre esportazioni e, conseguentemente, un danno palese anche per i nostri produttori», conclude il presidente del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, Mauro di Maggio.

Quindi, solo tutelando le nostre produzioni agroalimentari tipiche, vera ricchezza salutare della dieta mediterranea, riconosciuta a livello mondiale, sapremo valorizzare anche il nostro territorio. Tali produzioni, in tempi di crisi economica mondiale, sapranno essere un volano di ripresa e sostegno allo sviluppo dei nostri territori.

 

Link pubblicazione International Journal of Epidemiology: https://bit.ly/36vM7Sx


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.