E se Mattarella incaricasse Di Maio? Sarebbe la cosa giusta. Governo politico, premier politico. Dopo di che, Dio ci assista.

Caro Direttore,
la pantomima che mesi si svolge attorno al nascituro governo Lega-Grillo assume ogni giorno di più i toni dell’inverosimile. Le ultime 48 ore danno il senso di vuoto che vuoto rimane, perché non bastano le parole a riempirlo.

L’ultimo figurante in scena è il prof. Giuseppe Conte, indicato da Salvini e Di Maio a Mattarella come possibile premier, dopo essere giunto all’onore delle cronache come ministro-ombra grillino ai tempi della squadra in riscaldamento. Stimato giurista, come ce ne stanno un migliaio in Italia, il povero Conte viene elevato a salvatore della patria, quella dei populisti nostrani. Ora, lasciando perdere le polemiche sul curriculum americanizzato e sul suo sostegno agli stregoni di Stamina, l’uomo si è trovato, nel giro di un paio d’ore, a diventare politico da tecnico che è, politico a sua insaputa.

Perché è accaduto? Il Capo dello Stato, che aveva ipotizzato un tecnico come premier in presenza dello stallo dei partiti, era stato per questo sbeffeggiato senza sconti. Salvini e Di Maio volevano il politico, nel rispetto della volontà popolare. Giusto. Dopo ottanta giorni i dioscuri della commedia hanno avuto la brillante idea di chiamare un tecnico, il Conte appunto, al quale consegnare programma e lista dei ministri, e poi lo hanno proposto a Mattarella. Il quale, con la sua flemma di siciliano eterno, ha espresso qualche silente dubbio. Da quando in qua Conte era diventato politico, visto che due mesi fa era tecnico? Sempre i nostri due si sono affrettati a replicare, perché il popolo sentisse, che Conte era un politico in quanto investito da due partiti politici premiati dal popolo. Un miracolo di stregoneria che manco Stamina… Avete presente quelli di carta vince carta perde? Ecco, quelli.

La pantomima sarebbe tutta da ridere, se non avesse del tragico per i destini del nostro Paese. L’Europa ci guarda allibita, fatta eccezione per i fascio-razzisti della Le Pen. Salvini e Di Maio, statisti come quelli che indossano un camice bianco e si convincono di essere medici, a giorni alterni insultano l’Europa o la rassicurano. Loro due hanno le idee così chiare che cercano un Conte espiatorio, cioè non si assumono neanche la responsabilità diretta perché non si fidano l’uno dell’altro. O forse temono che, se va male il braccio di ferro con l’Europa, finiamo come la Grecia che dovette svendersi per non essere cacciata a pedate nel di dietro.

E se Mattarella incaricasse Di Maio? Sarebbe la cosa giusta. Governo politico, premier politico. Dopo di che, Dio ci assista.

(Post scriptum. L’entusiasmo della signora Le Pen mi dà qualche brivido. Forse la signora conta sui corsi e ricorsi. Nel primo dopoguerra, l’Europa dei populismi diventò l’Europa dei fascismi. Cominciò l’Italia della marcia su Roma…)


FonteFoto di copertina: "L'Italia messa in croce", Gaetano Pesce, Padova, marzo 1978 (Photo credits: Domenico Canciani)
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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).